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La “rivoluzione copernicana” del Torino: dallo scegliere, all’essere scelto

Baselli centrocampista goleador del Torino

Verso Verona-Torino / Baselli, Zappacosta, Belotti: giovani di belle prospettive che hanno scelto, hanno scelto il Toro

Lorenzo Bonansea

"C’è una grande differenza tra essere soggetto ed oggetto. Anzi, per essere più chiari, c’è tutta la differenza possibile tra l’“agire” e l’essere, invece, “oggetto dell’azione”. Partendo da concetti di filosofia fondamentali, ma lontani dal calcio e anche da questo articolo, si potrebbe asserire (e a ragione) che essere soggetto di qualcosa costituisce sicuramente un passo in avanti rispetto allo stato di “oggetto”, e la rivoluzione “copernicana” del pensiero (partendo dal caro vecchio Kant) sta proprio in questo cambio di prospettiva: partire dall’io, dalla scelte del soggetto, e non più da quello che agisce intorno ad esso.

"Nel calcio, però, come spesso accade, le cose funzionano un po’ al contrario, anche e soprattutto dal punto di vista “filosofico”: e così, può accadere che l’essere oggetto di una scelta divenga più rivoluzionario di scegliere. Regressione ontologica? No, progressione calcistica. Perché la filosofia è certamente in ogni cosa, ma il calcio c’insegna che spesso gli assiomi e i dogmi, se inseriti nell’universo di questo sport, vengono ribaltati dalla divina cabala pallonara, e i tifosi del Torino forse lo sanno meglio di chiunque altro.

"Comunque sia, qua non si parla di destino o fato, qua si parla di concretezza, di rivoluzione: il Torino - abbandonando i giri di parole - è passato dal scegliere i giocatori, all’essere scelto da essi, ribaltando il canovaccio “kantiano”, ma in maniera più che positiva. Prendiamo Daniele Baselli e Davide Zappacosta: è vero, l’unica offerta concreta e "rispettosa" è arrivata dai granata, ma loro potevano benissimo “non scegliere” il Toro, visto che Milan, Fiorentina e Juventus erano pronti ad assicurarsi chi uno chi tutti e due. Eppure, loro hanno scelto, hanno scelto il Torino, e lontanissimi sembrano quei tempi in cui Amauri arrivava l’ultimo giorno di mercato, venivano tesserati giocatori come Gabbionetta e Surraco, e il Toro sceglieva, sceglieva in continuazione (185 i calciatori con almeno 1’ in campo negli ultimi 10 anni granata), e mai veniva scelto. O meglio: mai veniva scelto da giocatori di un certo livello, giovani e pronti a mettersi in gioco.

"E che dire, ancora, di Belotti? Blindato (a parole) a più riprese da Zamparini e Iachini, ha puntato i piedi per andare via, e quando ha saputo dell’interessamento del Torino, ha meravigliosamente scelto. Non si è fatto solo scegliere, no: egli si è mosso anche e soprattutto verso i granata, con la speranza nel cuore di diventare un nuovo idolo di quella Maratona che - al pari dei colori granata - ha finalmente ritrovato un appeal che sembrava per sempre perduto.

"Ed è qui, veramente, che sta la vera rivoluzione “copernicana”, la reale e tangibile inversione di tendenza di cui Ventura per primo, con il grande aiuto di un formidabile Petrachi, è protagonista assoluto: i talenti italiani hanno visto di cosa è capace di creare la piazza granata, di cosa Ventura è in grado di fare con il loro talento grezzo, e ne sono meravigliosamente attratti. Di nuovo.

"Potendo scegliere, loro hanno scelto: hanno scelto il Toro.