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Mazzarri pre Torino-SPAL: “Rosa scarna e contatto con la Primavera: ecco le mie idee”

Gianluca Sartori

Hanno fatto piacere i complimenti di De Laurentiis, il presidente del Napoli, arrivati in settimana?

"Mi hanno fatto piacere perchè nel mondo di oggi si tende a dimenticare tutto e subito. I numeri di un allenatore vanno valutati per capire quello che ha fatto in carriera. A volte si tende a scordare i numeri, mi ha fatto piacere che il presidente del Napoli se li sia ricordati".

Parlando di Toro, a che punto è il cast per la prossima stagione?

"Io darò delle indicazioni alla società, ma poi bisogna vedere se riescono a concretizzarsi. Il mercato ha tante variabili, bisogna vedere quali sono le opportunità. Io sicuramente lavoro con quelli che rimarranno su certi concetti di cui parlavo prima. Vorrò vedere se chi rimarrà ha imparato i meccanismi sui cui batto e batterò. Si dovrebbe partire con questo vantaggio. Per il resto siamo sempre in contatto con la società, sanno benissimo quali sono le linee guida. Vorrei una rosa numericamente omogenea: avremo solo campionato e Coppa Italia, voglio tirare fuori doti tecniche e morali. Dovranno essere tutti orgogliosi di giocare nel Torino; chi vorrà battere il Toro dovrà penare. Dovremo essere una squadra tosta, come lo sono in genere le mie squadre".

Ancora il tecnico. "Ho già parlato con Bava e Petrachi. Ho già seguito molti giocatori del Settore Giovanile. Ci sarà uno scambio molto più fitto con la Primavera, con molti giocatori che si alleneranno con noi. Vedrò quanti giocatori possono stare addirittura nella parte alta della rosa. E' una cosa che vi posso dire, l'ho già detto a chiare lettere. Sono convinto che il Settore Giovanile debba essere una risorsa importante. Non si può nascondere che ci sono realtà più grosse, se vogliamo competere con loro dobbiamo attingere anche dal vivaio".

In percentuale, quanti giocatori della rosa andranno via?

"Le mie idee le dico alla società, poi saranno loro a comunicarle al momento giusto. A me spetta tirare fuori il massimo dalla squadra fino alla partita con il Genoa. Per ora non si può dire un numero di giocatori che rimarranno. Parlo sinceramente: se io dico che ne devono rimanere quindici e poi ne rimangono venti, magari è perchè cinque non li ha voluti nessuno. Se io dico che un ragazzo è punto fermo e la società mi asseconda, ma poi il ragazzo la pensa diversamente e vuole andare via, che facciamo? Ecco perchè non mi posso sbilanciare adesso. C'è la volontà dell'allenatore e poi quella dei giocatori che sono indirizzati dai procuratori. Ci sono tante variabili".

Ancora il tecnico: "L'importante è che ci sia una logica nella costruzione di una squadra. L'allenatore deve avere un progetto che venga riconosciuto dai giocatori, che lo devono esprimere con convinzione. Oggi abbiamo sette giocatori offensivi in rosa. Con la Lazio ne abbiamo fatto giocare uno in più e la squadra ne ha risentito nell'equilibrio. Il Napoli prime punte non ne ha eppure hanno fatto molto bene. Serve un progetto tattico che venga proposto dall'allenatore e poi dei giocatori che lo esprimano bene. Io ho avuto Lavezzi, al Napoli. Forse nel Napoli di Sarri avrebbe fatto fatica, perchè a dirgli che deve giocare subito appena gli arriva la palla, fa fatica, perchè è uno che si diverte a dribblare. Se c'è un talento più bravo di altri, bisogna trovare delle soluzioni per inserirlo al meglio nel progetto di squadra. Poi c'è l'allenatore del Real Madrid, che dice "voglio un giocatore" e gli arriva. A me è successo poche volte, spesso non è che arrivano giocatori perfetti. Io quest'anno ad esempio ho cambiato modulo, dalla difesa a quattro sono passato a quella a tre. Ma dopo la Lazio mi sono reso conto che si faceva fatica, e nella partita col Napoli ho cambiato di nuovo. E si è fatta una buona partita. Quando una squadra la si prende in corsa, spesso bisogna fare un po' di prove per trovare la quadra".

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