Ljajic, Belotti ed un gioco: quel che deve recuperare Mazzarri

"Onestà intellettuale impone di dire che, nella partita contro il Benevento, di buono per il Torino ci sono solo i tre punti. Dici niente: è ciò che conta e ciò che basta, senza dubbio. Ma fermarsi a questo, nell'analisi complessiva della partita, sarebbe come mettere la polvere sotto il tappeto. Sette punti nelle prime tre partite del girone li aveva fatti anche Mihajlovic, all'andata (anche se, a differenza di Mazzarri, aveva a disposizione il leader tecnico della squadra, Belotti). Cogliere i tre punti contro l'ultimissima in classifica senza faticare era il minimo sindacale, per una squadra che vuole gareggiare per l'Europa. E tra l'altro, prima della folle espulsione di Belec, di fatica per il Toro ce n'era stata, nonostante il vantaggio trovato dopo soli tre minuti. Dopo quel rosso, è stata pura accademia, ma prima di rimanere in dieci i sanniti, nel loro giocarsi disperatamente le proprie carte all'arma bianca, avevano messo paura al Torino.

"Ora per i granata incombe lo scontro diretto in casa della Sampdoria sesta in classifica, ieri vincitrice a Roma. Perdere a Marassi vorrebbe dire veder scivolare il sesto posto a quota otto punti, con tutto quel che ne conseguirebbe. Non sarà una partita da dentro o fuori ma poco ci manca, e certamente ci vorrà un Toro diverso da quello visto ieri. Un Toro che sappia gestire il risultato,come chiede Mazzarri,certo. Ma servirebbe anche un Toro capace di creare occasioni da gol, con un'identità tecnico-tattica ed un gioco degno di tale nome. Servirà un Belotti in forma e recuperato, al centro dell'attacco del Toro. E, ci permettiamo di dire, servirà anche Adem Ljajic. Un piccolo suggerimento a Mazzarri: non ci sono tanti altri giocatori, nella rosa del Toro, che hanno nei piedi i colpi e le giocate per decidere le partite da soli. Sarebbe un peccato fare a meno frettolosamente dell'unico in grado di farlo, anche se solo a corrente alternata.