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Maksimovic, simbolo di un calcio che non ci piace

Editoriale / L'ex difensore del Torino ha esternato delle dichiarazioni molto forti: quando la gratitudine viene costantemente dimenticata

Gualtiero Lasala

"Nell'ultima sessione di mercato, Nikola Maksimovic ha lasciato il Torino, dopo una lunga e a tratti estenuante trattativa che si è dilungato fino alle ultime ore, se non agli ultimi minuti dell'ultimo giorno di mercato. Dal punto di vista tecnico, i granata hanno perso un giocatore di qualità in difesa, subito dopo Glik, evento che ha causato una grande instabilità nel reparto: ma dal punto di vista umano, duole dirlo, sembra proprio che il Toro non abbia perso un elemento eccezionale. Nel corso della giornata di ieri, lo stesso difensore serbo ha esternato delle dichiarazioni, nelle quali ha affermato di non sentirsi più nell'ambiente giusto con la maglia granata, e da diverso tempo (QUI i dettagli).

"Perciò nasce quasi spontanea una considerazione sulle sue parole. L'ingratitudine mostrata da Nikola Maksimovic nei confronti del Torino è stata totale: non solo si è comportato in modo poco professionale negli ultimi suoi giorni da granata, con una fuga improvvisa che si può configurare come una inadempienza contrattuale bella e buona, ma è anche stato in grado di calpestare il suo passato a parole. Non gli è dispiaciuto - ha detto - di aver lasciato il Torino, anzi, la partenza era un obiettivo che coltivava da anni.

"Di certo non si richiedevano le solite parole di rito a Maksimovic, ma quanto meno una richiesta di rispetto era doverosa: il Torino - tra Cairo, Petrachi e Ventura - ha deciso di puntare su Nikola Maksimovic quando il suo nome era assai poco conosciuto. La dirigenza granata lo ha sempre trattato con i guanti, cercando di rispettare sempre le sue volontà, anche per quanto riguarda il rinnovo del contratto, firmato quasi un anno fa e che i granata erano pronti a modificare ulteriormente al rialzo durante l'estate. Eppure, la gratitudine di Maksimovic si è fermata ancora prima di nascere, lasciando soltanto ancora più l'amaro in bocca a tutti quei tifosi che lo hanno adottato sin da subito e a tutte quelle persone che hanno lavorato per lui. Il classico "sputare nel piatto dove si è mangiato".

"E allora, mentre il Torino si gode una plusvalenza eccezionale (25 milioni per un difensore sono sempre un corrispettivo notevole), il  comportamento di Maksimovic mette in evidenza quanto il suo livello di maturità sia ancora molto basso; in fin dei conti, tenersi in casa un giocatore del genere, nello spogliatoio granata, avrebbe causato il rischio di compromettere la situazione creatasi nelle prime settimane. Ora abbiamo un solo, vero auspicio: che Nikola Maksimovic, resosi simbolo di un calcio che non ci piace - dove il dio denaro e le ambizioni di vittoria sono l'unica stella polare e valori come la gratitudine vengono costantemente dimenticati - non torni più sull'argomento Toro.

"Gianluca Sartori