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Mazzarri sfida Ancelotti e lo loda: “Allenatore top e persona squisita”

Focus on / L'allenatore del Napoli sovrasta il collega granata negli scontri diretti. Domenica l'occasione di invertire la tendenza

Roberto Bianco

Mazzarri e Ancelotti  sono due degli allenatori più esperti del campionato. Oltre 400 panchine per entrambi, un bel pieno di esperienza per una sfida che domenica vedrà fronteggiarsi due grandi conoscitori del gioco del calcio. Ancelotti è anche il secondo allenatore più vincente della Serie A con una percentuale di successi del 56,6%, mentre Mazzarri deve accontentarsi di un 40%. Al netto delle squadre allenate, pure gli scontri diretti tra i due parlano chiaro. Mai un pareggio, tre vittorie per il granata (il clamoroso 2 a 0 inflitto nel 2007 al Milan con la Reggina, due successi con la Sampdoria), ben 7 quelle del pluridecorato Carletto da Reggiolo. Oggi, il tecnico granata ha speso parole dolci per il collega, definendola "un allenatore top" oltre che "una persona squisita" (qui tutta la conferenza di Mazzarri).

 NAPLES, ITALY - AUGUST 25: Coach of SSC Napoli Carlo Ancelotti during the serie A match between SSC Napoli and AC Milan at Stadio San Paolo on August 25, 2018 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Nome dal valore assoluto, quello del toscano, come testimoniano i 19 trofei vinti da allenatore: 3 Champions League, 3 Supercoppe Europee, due Mondiali per club, quattro campionati nazionali con Milan, Psg, Chelsea e Bayern Monaco, impresa questa che riesce solo ad altri quattro allenatori, tra cui Mourinho e Trapattoni. Completano il palmares 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Community Shield, 1 Coppa d'Inghilterra, 1 Coppa di Spagna, 2 Supercoppa di Germania. Semplicemente impressionante.

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Detto questo, per la squadra partenopea è un momento di trapasso, in bilico tra il 4-3-3 della dottrina Sarri, il 4-2-3-1, e quel 4-4-2 maturato da Carlo Ancelotti dopo la scoppola rimediata contro la Sampdoria. Facile pensare che, almeno a gara in corso, l'ex giocatore del Milan possa tornare ai fasti del sarrismo, schierando in campo il potenziale offensivo e curare così il mal di gol che affligge il Napoli in questa prima parte di stagione. I numeri parlano chiaro: 6 reti in 5 partite ufficiali, un solo gol realizzato nelle ultime tre partite. Gli infortuni e gli acciacchi granata sugli esterni lasciano a Mazzarri il compito di cucire una coperta corta, molto corta, se si pensa di dover fronteggiare gente del calibro di Insigne, Mertens e Callejon. Ma l'occasione resta comunque ghiotta per tentare il colpaccio, visto il momento non stellare del Napoli, poco concreto in avanti e non impeccabile dietro.

Molto dipenderà inoltre dalla verve di Marek Hamsik, quel giocatore bandiera oggi reinventato regista, ora più che mai chiamato a riprendere in mano le chiavi del centrocampo partenopeo dopo i soli quindici minuti passati in campo nella deludente trasferta di Champions contro la Stella Rossa. Su di lui dovranno rivolgersi le attenzioni della mediana granata per tentare di soffocare le iniziative avversarie e spegnere sul nascere quel gioco in verticale su cui Ancelotti sta dichiaratamente lavorando. Dall'altra parte, l'assenza di Iago Falque complica i piani di Mazzarri, che perde una pedina buona per armare le ripartenze veloci e fare male al Napoli.