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Mazzarri, corri ai ripari: così si tradisce il senso del Toro

ROME, ITALY - MARCH 09:  Radja Nainggolan of AS Roma competes for the ball with Tomas Rincon of Torino FC during the Serie A match between AS Roma and Torino FC at Stadio Olimpico on March 9, 2018 in Rome, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Editoriale / La squadra di Mazzarri dimostra potenzialità ma poi crolla alla prima difficoltà e smette di crederci

Gianluca Sartori

"Serve a poco giocare un buon primo tempo se poi si crolla alla prima difficoltà. "Mai più un black-out così", aveva tuonato Mazzarri dopo il derby della Mole, dopo che i suoi uomini si erano sostanzialmente squagliati dopo il gol subito da Alex Sandro. Ma il copione si è ripetuto quasi identico contro la Roma: contro una big, il Toro va sotto e poi non ci crede più, evapora, esce dal campo, convinto di avere ormai perso. Alla prima difficoltà non c'è la convinzione di poter tornare a galla. Ma così si tradisce il senso e lo spirito di una società la cui storia è caratterizzata dalla capacità di saper rinascere dopo le difficoltà. Una storia che merita di essere rispettata e rispecchiata meglio da chi va in campo.

"E' un peccato perchè l'impressione è che, proprio per una carenza di attributi in certi momenti della partita, il Toro vanifichi il fatto di avere delle qualità tecnico-tattiche. Lo si era visto nel primo tempo, quando l'unico demerito - certamente non trascurabile - era stato il poco cinismo. All'intervallo veniva da chiedersi come mai la squadra vista all'Olimpico fosse solo nona in classifica. La ripresa ha spiegato tutto: al primo scossone negativo il Toro si consegna all'avversario, al primo gol subito le certezze crollano e le consapevolezze spariscono.

"Volendo fare un paragone scottante, è tutto il contrario di quello che abbiamo visto fare a una certa squadra in settimana, in Champions League. La testata di Manolas - peraltro lasciato pascolare liberamente in area - è bastata a chiudere la partita. Succede contro Roma e Juventus, ma anche contro Spal e Verona. Certo, si può poi parlare di carenze di qualità a centrocampo, reparto bravo quando deve interdire, meno quando deve costruire. Ma prima di tutto, un concetto: per raggiungere obiettivi serve essere calciatori coraggiosi e resilienti, prima che bravi tecnicamente. Purtroppo Belotti e compagni quest'anno lo sono stati in poche occasioni, troppo poche.