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Mazzarri e il rapporto con gli arbitri: tra le etichette e l’oggettività dei fatti

Quella di ieri è stata la venticinquesima espulsione in carriera per il tecnico toscano, ma...

Lorenzo Bonansea

"Non sono state dichiarazioni leggere quelle di Mazzarri nel post Torino-Fiorentina, e non poteva essere altrimenti. Al termine della sfida del Grande Torino, il tecnico granata si è lasciato andare in un lungo sfogo, inquadrando nel mirino gli arbitri, rei secondo l'allenatore di utilizzare due pesi e due misure: "Io vorrei essere rispettato come gli altri allenatori, che fanno anche peggio di me. Probabilmente non sto simpatico" il sunto del suo intervento nel commentare l'ennesima espulsione in carriera. La numero 25, per precisione. Al di là del merito della vicenda, tuttavia, è arrivato il momento di abbassare i toni - come per altro auspicato dallo stesso Cairo nell'intervista di oggi.

"E' uno stigma non facile da scollarsi, quello del "lamentino". Il tecnico toscano lo sa bene, perché ormai - volente o nolente - ce lo ha un po' incollato addosso: "merito" delle numerosissime espulsioni maturate in carriera (già tre nella sua avventura in granata) e di alcuni tormentoni divenuti meme della rete, come l'ormai proverbiale "gesto dell'orologio". Scorrendo il palmares, con il Napoli e con la Reggina i "record" (16 espulsioni in totale tra Calabria e Campani), mentre nessun allontanamento nella sua avventura in Premier League, come per altro ricordato dallo stesso nella conferenza di ieri.

"Lo stereotipo, il vestito che forzatamente ti si cucisce addosso, è roba difficile da scollarsi, e rischia spesso di far sembrare superfluo ogni ragionamento in proposito. Ma questa volta è lecito chiederselo: Mazzarri, ieri, andava davvero espulso? No, probabilmente no. Al di là del merito (il giallo a Vitor Hugo, nell'occasione, ci stava eccome) la protesta del tecnico granata non è parsa esagerata, o almeno non così tanto da motivare l'allontanamento del tecnico dalla panchina. Un allenatore dovrebbe sempre conservare lucidità ed evitare di farsi cacciare perchè ciò va a discapito della squadra. Ma Mazzarri è umano e il nervosismo si porta dentro da settimane è giustificato: in queste prime 10 giornate, il Torino ha subito almeno tre torti poi decisivi (contro Roma, Udinese e Bologna) nel quale il VAR non è mai intervenuto, vuoi per errore umano vuoi per grave negligenza. Punti che poi rischiano di pesare a fine campionato. Ma anche qui, occorre cercare di rimanere freddi e di non perdere la bussola: l'espulsione va sempre a discapito della squadra, e Mazzarri dovrà cercare - in futuro - di evitare proteste più o meno plateali

"Insomma, Mazzarri ha ben donde di essere incavolato per il trattamento riservato al Torino dagli arbitri, ma ha (quasi) sempre mantenuto un certo aplomb nei commenti riguardo i direttori di gara, lasciando a Petrachi e Cairo gli interventi in proposito. Ieri, però, dopo l'ennesima ingiustizia (si parla dell'espulsione dello stesso), il tecnico non ha retto e ha sbottato, forse esagerando nei toni ma non nella sostanza. L'etichetta che ingiustamente si porta dietro Mazzarri non deve rischiare di annebbiare l'oggettività dei commenti in proposito. Perché è evidente che il Torino  in queste prime dieci giornate  è stato pesantemente penalizzato. E se non si può nemmeno contestare questa evidenza, allora il problema è duplice. E gravissimo. Ancora di più. Ora è tempo di abbassare i toni, conservando una buona fede che - nonostante i tanti torti - deve rimanere un punto di riferimento. Perché le espulsioni, giuste o ingiuste che siano, sono sempre uno svantaggio per chi le subisce.