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Mazzarri-Giampaolo, dopo le frecciatine ora il campo: due filosofie a confronto

Focus on / L'allenatore della Samp evoca la Champions, ma non ha mai vinto contro il mister dei granata

Roberto Bianco

Si corre sempre dietro a un pallone ma c’è modo e modo di giocare al calcio. In tal senso, il turno infrasettimanale offre in Torino - Sampdoria l’esempio forse più lampante. Da una parte i granata, solidi e perlopiù concreti, con una delle migliori difese del campionato, dall’altra i blucerchiati, votati al bel gioco e forti di un tridente d’ordinanza in cui spicca il capocannoniere della Serie A, Fabio Quagliarella. Evidente la mano dei due allenatori, il cultore della fase difensiva Walter Mazzarri, e uno dei tecnici più moderni e applauditi della Serie A, Giampaolo. Caso vuole, a nove giornate dalla fine del campionato, che le due squadre, tanto diverse, siano appaiate a 45 punti.

A CONFRONTO - Fin qui i fraseggi stretti, il gioco veloce e verticale del mister di origini abruzzesi non ha però pagato contro Mazzarri. In quasi vent’anni di calcio italiano, sono quattro le vittorie a favore del tecnico toscano e quattro i pareggi. Lo scorso novembre, a Marassi, i granata centrarono la prestazione forse più convincente della stagione, segnando quattro reti al Ferraris. Vittoria costruita sulle corsie laterali, elemento su cui il tecnico granata poggia la sua fortuna offensiva e che Giampaolo patisce oltremodo, tanto da rendere Mazzarri il suo tabù, almeno nei titoli della stampa.

CHIAMATA CHAMPIONS - Il dato storico non tragga in inganno. Domani, delle nove finali evocate dal granata, potrebbe essere quella più dura da digerire. A tal proposito, l’ha toccata piano Giampaolo in conferenza stampa: “La gara sarà decisiva, ma per la Champions, non per l’Europa League”. Reale aspettativa o semplice strategia? Mazzarri ha comunque rispedito al mittente la chiamata all’Europa più importante. “Loro a gennaio hanno preso giocatori come Gabbiadini e Sau, hanno fatto un mercato importante anche in estate. Giampaolo è lì da tre anni. Quindi credo puntino alla Champions”, ha spiegato il mister granata. E ha aggiunto: “Noi cercheremo di fare quello che spesso siamo riusciti a fare, ovvero impedirgli di giocare come vogliono, e al contempo proveremo a proporre calcio”. Tra chi attacca e chi difende, anche ai microfoni i ruoli sono stati rispettati.

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IN CAMPO - Senza Falque e Ola Aine, ma con un Nkoulou in più, toccherà a De Silvestri e Ansaldi fare la differenza sugli esterni, mentre Rincon e Meité saranno chiamati a imbrigliare il gioco del 4-3-1-2 blucerchiato, che poggerà su uno tra Ramirez e Saponara sulla trequarti a innescare Quagliarella in coppia con Gabbiadini o Defrel. In appoggio invece a capitan Belotti spazio a Baselli e Berenguer, con Parigini che scalpita per un’occasione importante. Zaza, l’ultimo Zaza visto a Firenze, sembra non poter fare altro che accomodarsi in panchina, mentre in campo si faranno sicuramente sentire gli oltre 21.000 tifosi attesi allo stadio Olimpico Grande Torino.