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Mihajlovic, lo ‘sceriffo’ del Torino che sta imparando a dosare carota e bastone

Il ritiro punitivo, poi la calzante metafora: "Sarebbe meglio avere sempre modi calmi, lo so, ma se le cose non vengono comprese..."

Federico Bosio

"Brutta, pessima figura la settimana scorsa contro il Napoli, a qualsiasi livello: dal punto di vista del risultato, da quello - ancora più grave - della prestazione, da quello dell'immagine. La decisione non ha tardato ad arrivare: ritiro punitivo per tutta la squadra, di modo da poter riflettere e lavorare su quanto - non - fatto. "E' stato umiliante" ha spiegato Mihajlovic questo pomeriggio nella conferenza stampa di presentazione dell'incontro che domani attenderà il Torino, proprio come il tecnico attende i suoi ragazzi per verificare se quanto accaduto in settimana ha avuto l'effetto sortito.

"E proprio introducendo la sfida sul terreno del Genoa il serbo ha voluto fare una considerazione a livello più generale, partendo dall'episodio del ritiro per andare a comporre un disegno ben più ampio attraverso una curiosa quanto calzante metafora: "Comunque, tengo a sottolineare che io sono il primo responsabile. So cosa vuol dire un allenatore che motiva il gruppo. Un allenatore non deve fare lo sceriffo e io qualche volta l'ho fatto. Qualche volta è successo, mi viene naturale, ma sarebbe meglio avere sempre modi calmi. Però, se le cose non vengono comprese con i metodi normali, è giusto invece essere un po' più duri" Mihajlovic lo sceriffo, dunque, che tiene sotto stretta osservazione il proprio manipolo di giocatori e cerca di indirizzarli nel migliore dei modi verso la retta via: ben consapevole che il lavoro psicologico e quello tecnico-tattico, progressivi e tranquilli, sono alla base di qualsiasi rapporto, ma pronto a ricorrere alle maniere forti in caso di necessità.

"Un buon dosaggio, come si suol dire, di carota e bastone: "Ci sono state volte in cui gli abbiamo dato più giorni di riposo perchè se lo meritavano, questa volta è stato giusto portarli tutti in ritiro" Una soluzione che il tecnico granata ha già preventivato di ripetere nel caso in cui a Marassi non vedesse quanto desiderato: la vittoria? Non necessariamente, quanto piuttosto la mentalità, la grinta, la determinazione, il - per citare direttamente Mihajlovic - necessario "amor proprio e rispetto verso la maglia". Il tecnico sta maturando, ed è consapevole del fatto che agire costantemente da 'sergente di ferro' non sia la giusta soluzione a qualsivoglia situazione: ma attraverso il ritiro punitivo è tornato a mettere in chiaro alcuni principi che già aveva sottolineato in altre occasioni, rimarcandoli. Idee chiare, semplici e definite, regole basilari da non infrangere: Torino, ecco lo 'sceriffo' Sinisa Mihajlovic.