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Oltre le chiacchiere da bar: il cuore Toro è la prima base da gettare

Editoriale / Una squadra di Serie A ha l'obbligo, quando scende in campo, di dare il massimo per conquistare un risultato positivo

Gianluca Sartori

"Una premessa: una squadra di Serie A ha l'obbligo, quando scende in campo, di dare il massimo per conquistare un risultato positivo, a prescindere da chi potrebbe aiutare o meno cogliendolo. Dunque le chiacchiere da bar sul Toro che avrebbe favorito lo scudetto della Juventus, come se non fosse già stato sostanzialmente deciso una settimana fa, lasciano il tempo che trovano. E comunque i festeggiamenti bianconeri sono rinviati di una settimana, il che non dispiacerà di certo alla "pancia" del tifoso granata. Si faccia invece appello alla lucidità e si analizzi una prova, quella dei granata a Napoli, che globalmente si può definire positiva. Dopo un primo tempo rinunciatario e pieno di errori, su tutti quello di Burdisso che è costato un gol, nella ripresa si è visto un buon Torino. Bravo a rimontare per due volte uno svantaggio, producendo trame di gioco riconoscibili e valorizzate dallo straordinario talento di un Adem Ljajic sempre più indispensabile, ma anche capace di concedere poco o nulla ad un Napoli stanco e triste ma che in casa sua ha costretto sulla difensiva anche la Juventus.

"Detto che il giudizio generale e generico sulla partita dei granata al "San Paolo" è nel suo complesso positivo, in seno al Torino è giusto che restino comunque i rimpianti per una stagione che ha dato meno di quel che avrebbe potuto. Per diversi motivi: uno di questi è che il gruppo non sempre ha messo in campo quella determinazione e quella voglia di non arrendersi che ha permesso ieri di evitare una sconfitta che pareva già scritta, pur non avendo più niente da chiedere al campionato se non il pleonastico obiettivo di arrivare a fare un punto in più del 2016-2017. L'effetto Superga si è sentito, al San Paolo di Napoli, almeno in parte. Ora a Mazzarri spetta far sì che si prolunghi nelle prossime partite e soprattutto nella prossima stagione: se ti chiami Torino, l'orgoglio è la prima base da gettare. Da qui non si scappa.