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Ormezzano sulla stagione del Toro: “Per descriverla bastano tre righe. E le lascerei vuote…”

Esclusiva TN / Lo storico giornalista: "La qualificazione in Europa League sarebbe stata inutile. Il Filadelfia? Non credo al fattore campo"

Marco De Rito

"Il Torino visto con gli occhi di una persona che di storie granata ne ha viste tante. E le sa raccontare bene, come pochi altri. Ai nostri microfoni Gianpaolo Ormezzano, maestro del giornalismo sportivo italiano e attualmente penna del Corriere Torino, tira le somme su una stagione del Torino che ha disatteso un po' le aspettative generali. Ormezzano racconta come l'ha vissuta, sempre in prima linea, e come giudica il campionato che da poco si è concluso con qualche aneddoto che fanno riferimento al passato e alle sue esperienze.

Gianpaolo Ormezzano, qual è il suo giudizio sulla stagione del Torino? 

"Una stagione pessima. Io l’ho vissuta quasi tutta allo stadio, perché credo ancora in un certo tipo di calcio, ma se dovessi descrivere questo campionato mi basterebbero tre righe. E le lascerei anche vuote. Io penso che anche dalle tragedie si possa sempre trarre qualcosa di positivo ma questa stagione è stata veramente insulsa, senza emozioni. Quest’anno c’erano anche le giuste condizioni per fare bene. Abbiamo trovato un portiere fortissimo, dopo anni. Non siamo neanche stati sfortunati. Abbiamo vinto partite come quella di Benevento, dove gli avversari meritavano almeno un pareggio. La dea bendata non ci era contro. Anche il derby è stato perso ma non particolarmente rubato. L’indole del Toro è quella di soffrire e lottare sempre, si sarebbe dovuto fare qualcosa di più per cercare di portare a casa qualche risultato. Contro la Juventus se non ci mette un po’ di cattiveria in più, è ovvio che si perde il derby. È stato un vero peccato anche perché la volontà e gli investimenti del presidente c’erano stati.

L’Europa League era un obiettivo raggiungibile, considerando le condizioni nelle quali si era partita?

"Ad un certo punto ci si è messi a fare dei calcoli inutili per raggiugnere l’Europa League, non si sa per quale motivo dato che anche se ci fossimo entrati sicuramente non l’avremmo giocata per vincere. Sarebbe stata una qualificazione inutile. Solo quel Toro che ho visto ad Amsterdam era in grado di poter vincere quel trofeo.

"Il campionato non è andato secondo le aspettative generali, di chi sono le maggiori colpe?

"Sinceramente non saprei di chi è stata la colpa. Non penso mai sia degli allenatori, anche perché quest’anno il Torino è stato allenato da due bravi tecnici, ognuno con le sue caratteristiche. Come già detto Cairo ha fatto degli investimenti importanti ma alcuni giocatori non hanno reso ci si aspettava. Statisticamente parlando sono sicuramente mancati i gol di Belotti. Il calcio è un sport micidiale, devi segnare, se i gol vengono a mancare sono problemi... ma forse è anche per questo che è così emozionante. In ogni caso né il Gallo, né Baselli quest’anno hanno giocato come ci si aspettava, per colpa di infortuni e altre situazioni: avrebbero dovuto essere il valore aggiunto del Torino. 

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"Mihajlovic dichiarò: “Il Filadelfia porterà 6-8 punti in più”. Tirando le somme finali, non sembra che ciò sia successo. I ragazzi del Toro hanno compreso il significato dello stadio?

"Ve lo dice uno che ha vissuto il vero Filadelfia: io non credo a queste cose. Con tutto il rispetto per i tifosi che vanno allo stadio per tifare, il fattore campo, secondo me, non esiste. Stiamo parlando di professionisti, che sono pagati tantissimi soldi per correre, ci mancherebbe altro che non avessero le motivazioni. Con tutti quei soldi non deve cambiare molto, per un giocatore, se un tifoso lo incita o lo fischia, sarebbe grave il contrario. Se il fattore campo contasse vorrebbe dire che lo farebbe per intimidazione: speriamo, quindi, che non accada mai. 

"Passiamo ad un argomento a lei caro, come giudica la gestione dei giovani da parte del Torino? 

"In questo Toro manca una vera politica per i giovani. Non vengono risaltati e vengono bruciati troppo presto. Barreca dopo essere stato lanciato è sparito, Edera devo capire ancora se segna solo a Roma o se può veramente fare bene in futuro. Ci deve essere maggiore organizzazione sotto questo punto di vista.

"Come giudica il probabile ritorno di Bruno Peres? 

"In modo molto positivo. Speriamo che dietro non ci siano strani discorsi di mercato, perché io sono sempre dubbioso su questi ritorni. In ogni caso si tratta di un ottimo acquisto, può fare bene al Toro. Dando la giusta grinta ed il giusto sprint sulla fascia, se ritorna ad essere il giocatore che tutti noi ricordiamo, ci darà delle soddisfazioni. A proposito di esterni, vorrei sottolineare l'ottima stagione di De Silvestri. L'unico giocatore che mi ha convinto e mi fa ben sperare per il futuro è proprio lui. L'ex Sampdoria e Lazio lotta sempre, ci mette in campo la grinta e i gol che ha segnato ne sono la dimostrazione. Se guardiamo la scorsa stagione, è l'unico giocatore del Torino di cui si può parlare in questi termini. 

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"Il suo sogno di mercato?

"Non ho sogni. Nel calcio nessuno fa la differenza. L’ha fatta solo Valentino Mazzola nel Grande Torino e Diego Maradona nel Napoli. Quando si fanno acquisti costosi, poi si rischia che non rendano e sono soldi buttati. Io il miglior Toro che ho visto è stato quello del 1949/50, con una squadra costruita in cinque minuti dopo la tragedia di Superga, questo la dice lunga sull’importanza del mercato. Io non farei il calciomercato, ormai è tutto in mano ai procuratori, non ci possono essere sogni. Il mio calciomercato è promuovere i giovani della Primavera o altrimenti scovarne di nuovi in giro per il mondo. In verità, forse, un sogno ce l’avrei. Vorrei vedere Milinkovic-Savic a centrocampo! Se in porta ha davanti un grande come Sirigu, lo si può sfruttare come specialista delle punizioni. Ha anche un’ottima fisicità. Le situazioni da calcio da fermo possono essere determinanti durante una gara e una risorsa del genere è veramente un peccato non poterla sfruttare...