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Parla Serena: “Toro, ambizioni realistiche. E un occhio di riguardo al vivaio…”

Aldo Serena (foto news.superscommesse.it)

Esclusiva TN / Lo storico ex granata: "Ad oggi il club di Cairo è costretto a cedere almeno un pezzo pregiato a stagione. Ma grazie ai suoi giovani potrà venire fuori da questo limbo"

Raffaele Lima

"E' entrato da tempo nell'olimpo degli dei,  diventando un simbolo del calcio italiano. Ha un palmarès che pochi possono vantare,  due promozioni in A, una coppa Italia, 4 scudetti, due supercoppe e nel 1990 conquista anche una Coppa UEFA con l'Inter. Il giocatore che abbiamo intervistato oggi in esclusiva è proprio Aldo Serena. L'attaccante è nato a Montebelluna nel 1960 e da lì a poco diventerà un icona nazionale del calcio. Comincia la carriera nel suo paese di origine per poi trasferirsi all'Inter nel 1978. Segnò il suo primo gol in A in un match contro la Lazio, il primo di una lunga serie. E' però nel 1984 che entra nel cuore dei tifosi granata. A Torino giocherà soltanto una stagione, tempo necessario però a scrivere una storia fantastica.

"Qual è il suo ricordo riguardo l'ultima partita vinta dal Toro a San Siro nel 1985 dove lei era presente?

"E' stata una partita fatta da noi con grande concentrazione. Come sempre nel secondo tempo riuscivamo a tenere ritmi alti e spesso in quell'anno vincevamo le partite proprio nella seconda metà di gara.

"Ricorda qualche aneddoto in particolare di quel match?

"Mi ricordo molto bene l'azione del gol di Schachner, perché io avevo scelto di posizionarmi sul secondo palo mentre Walter era rimasto solo vicino al primo palo in quanto Tassotti era andato a chiudere sull'esterno Pileggi. Una partita gagliarda per noi, con la consueta grinta ed intensità di gioco. Un grande Martina ed anche un po' di fortuna alla fine, quando Di Bartolomei colpì il palo.

"Come trova il Torino di oggi?

"Le attese erano elevate ad inizio stagione e non sono state rispettate. Il Toro ha un sacco di giovani e deve avere molta pazienza. Non sempre la crescita è continua e costante, bensì a volte è a strappi. Quindi bisogna saperli aspettare per continuare un progetto basato su di loro. Non condivido le critiche fatte a Ventura, poiché è stato lui l'artefice della promozione e di questi ultimi anni pieni di soddisfazioni.

"Cosa ne pensa della nuova coppia d'attacco "Belotti-immobile"?

"Sono due attaccanti istintivi e molto fisici. Per fare gol serve soprattutto lucidità  e freddezza sotto porta. I successi futuri del Toro dipendono proprio dalla crescita di questi giocatori, ma bisogna tener d'occhio anche giovani come Benassi, Baselli,  Acquah e Zappacosta.

"Come giudica le scelte societarie? 

"Mi sembra che ad oggi Cairo abbia fatto molto bene, contribuendo alla crescita del Toro passo dopo passo. Unica nota negativa è che i granata hanno sempre avuto una grande tradizione nel settore giovanile, la quale negli ultimi anni ha dato alla luce molti elementi utili. Giocatori formati prima moralmente e poi tecnicamente. Sono questi i fattori che fanno l'eccellenza di una squadra, ma nelle ultime stagioni la società si è dimenticata di questa fondamentale tradizione.

"Il Toro venderà i suoi pezzi pregiati durante la sessione estiva di mercato?

"Le ambizioni del Toro devono essere realistiche, ovvero rimanere nella parte di sinistra della classifica, cercando di entrare come qualche anno fa in Europa. Naturalmente per fare questo bisogna vendere qualche pezzo pregiato, ma per continuare questo progetto deve puntare assolutamente sui giovani. Penso che la dimensione del Torino sia questa e se portata avanti potrà dare molte soddisfazioni ai tifosi granata.