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Poco da rimproverare, alla squadra e al presidente

Editoriale / Irrati sbaglia sempre dalla stessa parte e penalizza il Torino. Ma per l'Europa non è ancora finita

Gianluca Sartori

"Il Torino contro il Cagliari ha fatto grosso modo quel che ci si aspettava. Si sapeva che senza Belotti e Falque cogliere i tre punti non sarebbe stato facile per i granata: i due sono catalizzatori di gioco fondamentali per la squadra oltre che finalizzatori. I granata, infatti, hanno fatto parecchia fatica (ancora più del solito) per quanto riguarda la costruzione di azioni pericolose. Senza il Gallo nè Falque, toccava cercare la vittoria in altri modi: su palla inattiva (così è arrivato il gol di Zaza), con gli inserimenti di mezzali e centrocampisti, con i cross degli esterni. Il Torino ci ha provato, ma ha trovato solo una rete anche per merito dell'ottimo Cragno, prima di capitolare ad un colpo di testa di Pavoletti (come accaduto a tante altre squadre in precedenza) tenuto in gioco da Izzo per questione di centesimi di secondo. Poco da rimproverare dunque ai giocatori di Mazzarri, per quanto attiene al match di ieri, anche considerando quanto ha inciso un fattore da loro non controllato: la direzione arbitrale.

"Gli errori di Irrati di Pistoia hanno palesemente favorito il Cagliari, in più occasioni. Innanzitutto la cacciata di Zaza con un rosso diretto: l'attaccante doveva tenere il becco chiuso, ma di episodi simili se ne vedono a frotte e raramente vengono puniti in modo così drastico. Poi il rigore non fischiato (con il Var silente) di Pellegrini su Izzo, ma anche altre piccole cose, come il giallo a Rincon dopo nemmeno un minuto per un fallo di gioco normale e un paio di falli da cartellino giallo di Pisacane nemmeno ravvisati: avrebbe potuto finire sotto la doccia anticipatamente. E' solo l'ultima partita di una lunga serie in cui il Torino è stato penalizzato.

Alla società spettava farsi sentire fin da subito. Ci hanno pensato il dg Comi e il presidente Cairo. Che nel post-partita ha fatto riflessioni non banali. Ad esempio tirando in mezzo il Milan, di sua spontanea volontà e senza essere sollecitato sul tema: "Guardando la partita dei rossoneri (a cui erano stati concessi in presa diretta due rigori, uno tolto dal Var, ndr) si pensa una cosa, guardando la nostra se ne pensa una seconda". Uno sfogo duro che potrebbe portare a delle conseguenze, ma comprensibile sul piano umano, così come il riferimento alla scelta di Mazzarri di abbandonare il terreno per protesta: "Non si deve mai mollare, nemmeno di un centimetro. Le cose non devono andare per forza male". In tutta onestà c'è ben poco da rimproverare al presidente, che anzi dimostra di voler provare proteggere il Torino in tutti i modi. E ora, non mollare è quel che deve fare il Toro. Che ora è costretto a sperare nei passi falsi delle concorrenti fino a un certo punto: ammesso e non concesso che la Lazio contro l'Udinese mercoledì vinca, i biancocelesti si piazzerebbero due punti sopra i granata rimanendo teoricamente a portata di mano, considerato che all'ultima giornata ci sarà proprio lo scontro diretto. No, per l'Europa non è ancora finita.