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Quel che dovrebbe fare Mazzarri

Editoriale / Tre suggerimenti al mister granata per rimettere in carreggiata il Torino dopo una sconfitta che rischia di essere molto pesante

Gianluca Sartori

"Avevamo visto sei giorni fa a Genova un Torino degno della lotta per la qualificazione per l'Europa League, abbiamo visto ieri un Torino molto diverso. Rimaniamo della nostra idea: sul piano della qualità di squadra il Torino è all'altezza di competere per l'Europa League, per la crescita nel gioco prima e nei risultati poi che si era vista sino a ieri. Gli uomini di Mazzarri non si sono invece dimostrati da Europa sul piano della mentalità: si conoscevano le caratteristiche di una squadra "da trasferta" con il Parma, si sapeva che - calendario alla mano - questo era un turno favorevole per mettersi mani e piedi nella zona Europa. E' arrivato un flop clamoroso che stronca sul nascere quel sano entusiasmo che fa rendere sopra le proprie possibilità e che rischia di lasciare dietro di sè degli strascichi pesanti. Arrivati a metà novembre però c'è ancora tutto il tempo per rimettere il Torino in carreggiata. Allora ecco tre umili e non richiesti suggerimenti a Walter Mazzarri - che di suggerimenti non ha bisogno - per correre ai ripari.

  • Non si fidi troppo dei suoi giocatori. Si sono dimostrati ancora immaturi: molti di loro basta che leggano qualche elogio e si sentono già arrivati. Da inizio campionato la squadra è stata protagonista in molte partite di cali di concentrazione evidenti che hanno causato una incredibile tendenza a regalare gol. In Serie A, senza tono agonistico e cattiveria, i risultati non arrivano. Se le buone non vanno, si provi con le cattive. Per il prossimo periodo stringa dunque la presa sulla squadra, scelga lui come: un giorno di ritiro prepartita in più, esclusioni eccellenti, allenamenti più duri. Vanificare con errori banali il potenziale della squadra è un delitto.
  • Mantenga fede alle sue idee. Per la prima volta quest'anno, contro il Parma Mazzarri è parso perdere lucidità, non riuscendo a trovare a gara in corso gli strumenti per cambiare le cose in meglio. Ha affermato giustamente che gli equilibri tattici trovati non erano da cambiare, dunque col senno di poi è stato discutibile invertire Izzo con Djidji, che aveva fatto bene sul centro-sinistra. Ha affermato giustamente che l'equazione più attaccanti uguale più gol è fasulla, dunque lo stravolgimento della squadra ad inizio ripresa (dentro Zaza e Berenguer e passaggio al 4-4-2), quando nel finale del primo tempo il Torino era sembrato poter prendere in mano la partita, è parsa controproducente.
  • Faccia giocare chi dimostra più fame. Soriano e Zaza, spiace dirlo, hanno fallito un test importante. Restiamo dell'opinione che possono essere armi importanti per questa squadra, ma non lo saranno mai con l'indolenza vista ieri. Dovevano ribaltare delle gerarchie, hanno dato ragione a chi li ha tenuti fuori. Più spazio, invece, a giovani come Parigini ed Edera, che non saranno fenomeni ma hanno dimostrato di avere qualità e voglia di emergere.