Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

toro

Quello che manca al Torino per essere al livello della Lazio

ROME, ITALY - MARCH 13:  Felipe Anderson (C) with his teammates of SS Lazio celebrates after scoring the team's third goal during the Serie A match between SS Lazio and FC Torino at Stadio Olimpico on March 13, 2017 in Rome, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

L'analisi / Cifra tecnica, capacità di cambiare, carattere e identità. Per porre le basi per crescere questo Toro deve prendere come esempio il gruppo costruito da Simone Inzaghi

Gianluca Sartori

"Per poter parlare compitamente di percorso di crescita bisogna sapere dove si vuole arrivare. Ebbene, sarebbe bello che il Toro lavorasse per competere, in prospettiva futura, con una squadra come la Lazio, che lotta tutti gli anni per le posizioni europee e, nonostante i cambi di allenatori, ha una intelaiatura di squadra che è sempre la stessa da qualche anno a questa parte, formata da uno zoccolo duro di giocatori (Radu, Lulic, Anderson, De Vrij, Parolo, Biglia) puntellata di anno in anno da innesti importanti, come Ciro Immobile. Un gruppo completo e competitivo che anche ieri sera ha dimostrato di essere superiore ai granata. In che cosa, soprattutto? Proviamo ad azzardare.

"CIFRA TECNICA - Keita, Lukaku, Wallace: i tre giocatori inseriti a gara in corso da Inzaghi hanno fatto la differenza. Uno ha fatto la giocata che ha deciso la partita, l'altro sulla destra ha fatto vedere i sorci verdi a De Silvestri dando più concretezza e precisione nell'ultimo passaggio, l'ultimo ha controllato Belotti senza grandi problemi. La profondità della rosa è al momento imparagonabile se pensiamo che il Toro, nell'arco della stagione, ha trovato solo quattro gol dai giocatori entrati dalla panchina, e tutti inutili. Il duello tecnico pende tutto dalla parte laziale anche tra i titolari: un centrocampo formato da Parolo, Biglia e Milinkovic-Savic è completo in tutto, quello composto da Benassi, Lukic e Baselli fin qui ha dimostrato di essere una linea mediana di belle prospettive ma ancora non totalmente compiuta. E' vero che la Lazio ha una potenza di fuoco maggiore rispetto al Toro sugli investimenti da fare, in primis per quanto riguarda l'incasso dei diritti televisivi, e che il Toro non può che puntare su prospetti come quelli di cui sopra, per età e valore. Ma Lotito non è certo un presidente famoso per svenarsi.

"CAPACITA' DI CAMBIARE - La forza della Lazio di Inzaghi è quella di saper cambiare modulo e uomini a gara in corso. Raramente Inzaghi schiera due formazioni uguali consecutive, per uomini e modulo. L'identità di una squadra non è compromessa, ma fortificata, dalla capacità di sapersi adattare agli avversari. Ci vogliono giocatori avvezzi alle novità e allenatori che sappiano far passare bene pochi ma chiari concetti. Mihajlovic non cambia mai modulo di partenza (4-3-3) e quando lo cambia lo fa sempre nello stesso modo (4-2-4 o 4-2-3-1). Questo rischia di essere una mossa leggibile in anticipo per gli avversari.

[fncgallery id="280341"]

"IDENTITA' E CARATTERE - C'è poi l'identità della squadra laziale, i cui principi di gioco - a prescindere dal modulo usato - non cambiano quando si gioca in casa o fuori (24 sono i punti conquistati in trasferta da Simone Inzaghi, contro i 32 ottenuti in casa) e la cui capacità di leggere la partita fa sì che l'attenzione e la voglia di fare la partita siano sempre quelle per novanta minuti. Poi certo, può capitare di non concretizzare negli ultimi venti metri, difetto ricorrente nella Lazio - che altrimenti sarebbe ancor più su in classifica - apparso anche contro il Toro. Ma i biancocelesti sono sempre loro, con la stessa tenuta mentale per novanta minuti: non hanno bisogno di uno schiaffo per provare a fare la partita, non tirano i remi in barca quando passano in vantaggio, sanno capire quale è il momento di accelerare e quale il momento di gestire. A buoni intenditori, poche parole...