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Quello da cui può ripartire il Toro

Editoriale / Le basi erette in queste settimane da cui Mazzarri e la società possono iniziare per la costruzione di una squadra che si qualifichi per l'Europa League

Gianluca Sartori

In casa Torino non è il caso di essere entusiasti, proprio no; la stagione è e resta deludente, anche se la vittoria contro la Spal nell'ultima gara casalinga manda in archivio questa annata - che si concluderà con la trasferta in casa Genoa - con un buon ricordo. E' invece il caso di evidenziare quel che di buono è stato fatto in questo girone di ritorno, che ha inaugurato l'era Mazzarri, per delineare ciò da cui questo Torino può ripartire in vista della prossima stagione.

  • LA VOGLIA DI NON REGALARE NULLA - Il pareggio a Napoli e la vittoria contro la Spal hanno lasciato l'immagine di una squadra pronta a combattere nonostante l'obiettivo europeo fosse svanito. Senza calcoli di classifica in testa, il Torino ha pensato a lottare pallone dopo pallone, rovesciando il vecchio adagio per cui a fine stagione contano le motivazioni di classifica. Due rimonte che significano qualcosa: il senso della dignità e dell'amor proprio alla fine è venuto fuori, anche se troppo tardi. La stessa voglia di non regalare nulla a nessuno dovrà essere riproposta con continuità nella prossima stagione, quando i punti torneranno a contare.
  • IL TRIO D'ATTACCO - Belotti-Falque-Ljajic. Se stanno bene, come si è visto contro la Spal, formano un attacco da Europa. Alla società il compito di confermarli, allontanando le minacce del mercato estivo. Al tecnico quello di valorizzarli al meglio, inserendoli però nel modo giusto in un equilibrio di squadra, a differenza di quanto succedeva nella gestione precedente. Dietro di loro saranno necessari e sufficienti dei buoni rincalzi. Ma per quanto riguarda i titolari, il Toro in attacco può rimanere così.
  • NKOULOU E SIRIGU - Il difensore camerunese e il portiere sardo sono due giocatori di livello superiore alla dimensione di metà classifica in cui si ritrova oggi il Torino. Vanno convinti e coinvolti con la serietà di un progetto e anche con i riconoscimenti economici che saranno necessari. Se a settembre saranno ancora del Toro, si potrà accordare fiducia ai programmi societari.
  • DE SILVESTRI COME ESEMPIO - Se lo dice uno come Nkoulou, gli si può credere: "Ci ispiriamo tutti al nostro fratello Lollo". De Silvestri, oggi come oggi, è uno dei migliori terzini italiani. Ma non è stato così per tutto l'anno; anche lui ha attraversato momenti difficili in cui sbagliava molto. Non si è lasciato andare ed ha lottato dimostrandosi degno in tutto e per tutto di vestire la maglia granata. Può essere un punto fermo per il futuro.
  • LE QUALITA' DI MAZZARRI - Mazzarri deve ancora far vedere di saper dare un'identità precisa alla squadra nella fase di possesso palla: siamo curiosi di vedere l'effetto che farà partire con lui da luglio. Intanto però ha dimostrato delle qualità. Sa tenere lo spogliatoio in mano (contro Napoli e Spal la scossa è arrivata dopo l'intervallo), sa rivitalizzare giocatori, ha la capacità di leggere le partite in corsa azzeccando delle mosse, sa far cambiare veste tattica alla squadra a seconda dei momenti. Efficace il cambio di modulo su misura per il Napoli, preso in pieno il cambio di Ansaldi per Berenguer contro la Spal. E la difesa prende pochi gol. A questo Toro serve passione e grinta ma anche logica e intelligenza.