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”Questo Toro più forte dell’anno scorso”

di Salvatico / Blandino

Il Torino è in crisi di risultati, e anche se contro il Crotone si intravisto qualche miglioramento, rimane comunque un umiliante ultimo posto in...

Redazione Toro News

di Salvatico / Blandino

"Il Torino è in crisi di risultati, e anche se contro il Crotone si intravisto qualche miglioramento, rimane comunque un umiliante ultimo posto in classifica. Qualcuno mette già in discussione lo schema di gioco adottato da Franco Lerda, ma non Agostino Garofalo, che dice: “Dal mio punto di vista, è meglio questo modulo di tanti altri; mi piace molto. Poi, se cambieremo, lo deciderà il mister”. Conscio comunque, il giocatore che ha parlato oggi in conferenza-stampa, delle difficoltà che questo comporta: “E' uno schieramento che richiede molto sforzo fisico, però sotto questo aspetto siamo già cresciuti enormemente rispetto alla prima giornata, quando eravamo davvero a corto di fiato”.Torniamo però al punto: il Toro è ultimo. “I risultati fin qui parlano chiaro”, ammette. “C'é bisogno di una vittoria per il morale. Questa è una squadra molto giovane, è vero, ma anche parecchia personalità; tocca a noi “grandi” trasmettere tranquillità ai ragazzi”. Quali messaggi arrivano dall'allenatore, in tal senso? “Il mister ci protegge molto, e ci fa capire che attraverso il gioco si può vincere. Non vuole mai che si butti via la palla, secondo me sono mentalità ed idee giuste”. Inevitabile un confronto con Colantuono: “Con lui si lanciava lungo, e si puntava poi sul recupero della seconda palla; Lerda vuole che si inizia a giocare già da dietro. Ci son pochi allenatori come lui, secondo me, tipo Ventura o Conte. Una filosofia di gioco, la sua, che io sposo perfettamente”.La difesa è stata sotto accusa, contro il Crotone: “Ma mica è facile cambiare sempre. Rispetto alla partita precedente, tre giocatori su quattro erano diversi; credo comunque che tutta la squadra debba aiutare, che non sia solo questione di difesa”. E dopo il confronto tra allenatori, ecco quello tra squadre: “Rispetto alla squadra del girone di ritorno dello scorso campionato? Questa è più forte, sì. Quel gruppo era molto grintoso, questo ha più qualità”; con l'acuta capacità di osservazione che gli è propria, Garofalo aggiunge che però “non devono mancare le doti morali e caratteriali necessarie”.Quale il rapporto tra il terzino ed i tifosi, dopo l'aperto confronto di Cittadella? “Io sono schietto e solare, la tifoseria sa vedere quando metti il cuore in campo. Cerco di farlo, come i compagni peraltro. Ma -aggiunge a più riprese- servono anche i risultati”. E' tornato Bianchi. “E' importante per noi, e si vede; quando manca in allenamento, si sente. Lui trascina i giovani”. Il suo pensiero sulla contestazione: “Spiace per il presidente, perché per noi è una persona squisita. Se contestano, comunque, la cosa personalmente non mi tocca, per il carattere che ho; magari un giovane può esserne infastidito”.Un pensiero sul campionato: “L'anno scorso era molto equilibrato, e credo che lo sarà anche quest'anno. Pensate all'Atalanta, al 92' ha rischiato di perdere in casa: ci sono pochissime certezze”. L'ultimo saluto va a due compagni di gioco che non vestono più la maglia granata, e che a Garofalo mancano: “Génévier e Pestrin. Il francese voleva venire da noi, anche perché lui si trovava in una situazione strana; poi, in realtà io non so cosa volesse fare il ds. Manolo, in particolare, lo rimpiango, eravamo molto attaccati”.