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Rampanti: “A Bergamo una lezione importante: in campo alcuni giocatori non da Toro”

Parola al mister / L'analisi del nostro Serino Rampanti: "L'Atalanta ha una struttura più organizzata sin dalle giovanili: il Toro deve ripartire da lì". E sullo scontro Belotti-Sirigu…

Lorenzo Bonansea

"Il Torino perde a Bergamo meritatamente, dicendo definitivamente addio a qualsiasi residuo sogno europeo. Una sconfitta giusta per quanto visto in campo, contro un Atalanta più in palla fisicamente, mentalmente e anche tecnicamente. Per analizzare il momento granata e capire cosa ci potrà riservare il futuro prossimo, abbiamo dato la parola al nostro mister Rosario Rampanti.

"Serino, l'Atalanta ha dominato il Toro sotto tutti i punti di vista. La prima domanda, dunque, è palese che sia questa: demeriti del Toro o meriti della Dea?

"Si è avuta la netta sensazione di giocare contro una squadra più organizzata, più motivata e con più corsa nelle gambe. Se poi affronti l'Atalanta senza poter contare su giocatori in buone condizioni come Baselli e De Silvestri, per non parlare di Iago - in difficoltà fisicamente ma di fatto il migliore negli ultimi due anni, diventa davvero complicato. Non so se sarebbe cambiato qualcosa con loro, ma non c'è mai la controprova. Mi sarebbe piaciuto vedere la partita con loro in campo: De Silvestri ieri è mancato molto, Bonifazi ha avuto grandi difficoltà. E' facile per noi dopo dire la nostra, ma è difficile preparare le gare e affrontare gli avversari: a volte si può anche sbagliare.

"La partita di ieri ha detto sostanzialmente che l'Atalanta è un modello a cui il Toro si deve ispirare per il futuro.

"Bisogna secondo me analizzare il paragone partendo da lontano. Intanto, la considerazione primaria è che la piazza di Bergamo non è quella di Torino, lì c'è più tranquillità. Un'altra cosa è che loro si sono strutturati come settore giovanile molto bene, ma attenzione: di fatto, hanno copiato quello che era il Torino qualche decennio fa. Nella storia granata sono capitate tante disgrazie, tanti presidenti indecenti che sono riusciti a rovinare l'impalcatura. Bisogna quindi far tesoro di questa memoria, e riprendere il bandolo della matassa in questo senso. Il successo della Primavera dimostra una risalita da questo punto di vista ma c'è ancora tanto da fare. Io sogno che nel settore giovanile granata si torni a creare ancora giocatori come Ferrini e si prendano giocatori del carattere di Bruno, che incarnano la filosofia granata - ormai persa. Quando succederanno queste cose, vuol dire che saremo tornati il Toro. Non è facile allevare un certo tipo di giocatori e anche trovarli.

"Il Toro si schierava con gli ex Primavera Bonifazi ed Edera, l'Atalanta con i giovanissimi Barrow e Mancini. La differenza tra i singoli è stata abissale.

"Bisognerà riuscire ad anticipare un po' i tempi: i nostri giovani si sono fatti esperienze fuori, mentre l'Atalanta ha la bravura di riuscire a passarli direttamente da Pimavera e prima squadra. Bisognerà tornare a fare così, è un lavoro che è stato distrutto e che la società sta cercando di recuperare: non si può farne una colpa a chi sta lavorando adesso, si è buttata giù una casa e si sta ricostruendo, e non è semplice, ci va tempo. Si sono fatti già alcuni buoni progressi.

"Parliamo nel dettaglio di Bonifazi ed Edera. Che valutazione dai alla loro prestazione?

"Bonifazi per la struttura che ha è naturalmente più un centrale che esterno. Quando qualche partita fa era entrato al posto di Nkoulou aveva agito discretamente sul centro-destra, dando l'impressione di potersela cavare. Ma quando giochi contro una squadra organizzata come l'Atalanta è difficile, con Gomez da quella parte poi... C'è una bella differenza tra giocare centrale e giocare esterno, devi avere caratteristiche diverse. Su Edera, la settimana scorsa ho detto che Mazzarri lo stava inserendo molto bene. Quando si entra a partita in corso è un conto, hai la marcia in più, ma dall'inizio è più dura, soprattutto per chi non ha la struttura del titolare. Bisogna avere pazienza con lui, rimane un ragazzo molto interessante con grande futuro. Si deve lasciare lavorare bene l'allenatore, e spero che Edera non si faccia condizionare e rimanga con la testa sul collo, e che la società contemporaneamente lo gestisca bene.

"Che cosa rimane al Toro dalla partita di Bergamo?

"Ieri ero un pochino amareggiato e ho fatto mente locale. Credo che questa partita in particolare e in generale il paragone con Atalanta e Bergamo debbano dare una sveglia e indicare al Torino la strada da percorrere. Bisogna assolutamente che si pensi in futuro di prendere giocatori motivati, che ci tengano alla maglia, che meritino quello che hanno. Ho la sensazione che ci sia qualche giocatore che si accontenta, e penso che la società abbia già inquadrato il tutto. C'è gente che prende lo stipendio e non lotta con gli altri per giocare. Bisogna essere un gruppo dove ognuno combatte per il posto in squadra, l'allenatore deve poter essere messo in difficoltà dai propri giocatori, solo così si può parlare di gruppo competitivo. C'è qualcuno a cui non importa niente della maglia, e il Torino li deve far fuori.

"Entrando nello specifico, cosa pensi sia necessario fare?

"Ti rispondo con questo concetto: costruire un gruppo di calciatori che compongono una squadra degna è come comporre un bel mosaico, e per farlo al meglio devi avere la completa conoscenza del singolo pezzo e sistemarlo in modo giusto. La bravura della società si nota quando riesce a consegnare al tecnico un gruppo di giocatori che dimostrano di essere bravi in ruoli specifici e un buon numero di essi che siano adattabili in più ruoli o posizioni. Nel Torino ci sono pochi di questi giocatori adattabili, e non è quindi facile arrivare in corsa, con le proprie idee, per guidare un gruppo costruito a monte con uno specifico sistema, con giocatori per altro abituati ormai da anni a ricoprire determinati ruoli. Nel nostro caso, Mazzarri continua a pagare dazio in questo senso. Questa partita riporta con i piedi per terra e ti fa fare mente locale in maniera molto più ampia di quanto ci si aspettava. Questo sconfitta sarà utilissima per il futuro, si sono notate tante carenze: dalla qualità dei giocatori, all'atteggiamento di qualcuno di questi.

"Avrai sicuramente avuto modo di vedere l'accesso scambio di battute tra Sirigu e Belotti a fine partita. Che lettura dai dell'episodio?

"La squadra ha naturalmente a che fare con quello che dovrebbe essere il giocatore "principe", colui che dovrebbe fare la differenza a suon di gol, ovvero Belotti. Un Belotti, però, che sta mancando e può darsi che qualcuno stia palesando un po' di insofferenza per questo. Dispiace. Io già in passato ho detto la mia opinione sull'aver tolto la fascia a Moretti: Belotti doveva pensare a fare gol, non c'era bisogno di fare questo cambio di responsabilità. Moretti era quello giusto, ha un'altra esperienza e un altro modo di essere capitano. Quello è stato un errore molto grande e sostanziale. Tornando all'episodio, la rabbia di Sirigu ci può stare se ricostruiamo l'andamento della gara: la palla non rimaneva mai davanti, Belotti è mancato molto in questo. Un centravanti così importante deve tenere palla o farsi ammazzare piuttosto di farsi rubare il pallone. E' mancato completamente il suo aiuto alla squadra, secondo mè stata la sua peggiore partita al Torino. E mi spiace enormemente. Vuol dire che anche Sirigu se ne è accorto e che lui ci tiene eccome alla causa: sta dimostrando di essere un grandissimo portiere, e sono stati pochissimi i portieri così bravi nella storia del Torino, se si pensa che arriviamo da Padelli e Hart. Con tutto il rispetto per questi ultimi.

"La sconfitta contro la Dea sancisce una volta per tutte la fine di ogni speranza europea per i granata. E dunque anche il fallimento del progetto biennale iniziato due anni fa da Cairo.

"Io sono convinto che anche Cairo abbia il forte desiderio - come tutti i tifosi veri - di raggiungere e conquistare qualche obiettivo che dia senso alla causa e alle stagioni. Purtroppo non è molto semplice, è facile da fuori dire: "spendiamo tanto per quel giocatore, ci permetterà di fare risultato" eccetera.., Non è così facile. Qualche volta va bene, qualche volta no. La cosa non si corregge spendendo e basta, a volte si fanno investimenti notevoli su giocatori e per varie cause non va. Guarda il Milan, ad esempio. La storia del calcio è piena di questi fallimenti. A volte ti fidi del tuo collaboratore principale, e magari ti consiglia male. E' venuto a mancare il rendimento di qualcuno che doveva migliorarti. E qui allacciamo al discorso del mosaico: ci sono stati errori che si sono pagati a caro prezzo e quest'anno deve servire di lezione.

"Che cosa dobbiamo aspettarci da queste ultime quattro partite?

"In queste quattro settimane che mancano guai a mollare in qualsiasi piccola cosa. Una volta terminate le partite, la società dovrà pensare a fare piazza pulita di diversi calciatori che "si presentano" come leader nello spogliatoio e poi in campo sono anonimi. Ci devono essere giocatori dal carattere forte, di chi non si accontenta. E in queste quattro partite, qualcuno che ha dimostrato poco dovrà ravvedersi e tirare fuori qualcosa. C'è da essere arrabbiati, questo palese incidente tra Belotti e Sirigu mostra un certo malessere che può però diventare da stimolo per fare meglio nell'immediato futuro..