toro

Rampanti: “A Falque il rinnovo ha fatto male. Mazzarri non è Mandrake…”

Parola al Mister / Così Serino analizza i temi di Roma-Torino 3-2: "All'Olimpico troppi pochi giocatori hanno tenuto in piedi la squadra"

Gianluca Sartori

Il giorno dopo la sconfitta del Torino a Roma, primo ko esterno stagionale, come di consueto analizziamo i temi granata del momento insieme a Serino Rampanti, con un nuovo appuntamento di "Parola al Mister". Dalle difficoltà sopravvenute della difesa ad un attacco che proprio non segna: riflessioni al solito mai banali.

Serino, che pensi di quanto si è visto all'Olimpico?

"Dopo la partita di Coppa contro la Fiorentina ero preoccupato: non mi erano piaciuti lo spirito della squadra e gli errori di Djidji e Lyanco che avevano portato ai gol viola. Speravo però che il fatto di affrontare la Roma a Roma fosse stimolante per i granata, che in effetti poi nella ripresa hanno giocato una partita gagliarda. Fosse arrivato un risultato positivo, sarebbe stato meritato".

Quindi in generale una prestazione accettabile.

"Sì, e ancora una volta il Toro si è espresso meglio fuori casa che in casa. Le prestazioni lontano da Torino mal si rispecchiano in quelle che la squadra offre quando gioca al Grande Torino. Bisogna chiedersi il perchè. Secondo me è una questione di qualità intrinseca della squadra e dei singoli giocatori. Fuori casa il Torino deve spesso chiudersi e ripartire, e ha difensori buoni e centrocampisti forti fisicamente che aiutano. In casa invece serve costruire, avere una manovra veloce, e finalizzare. E qui invece ci sono lacune".

Falque, Belotti e Zaza: solo undici gol in tre.

"La crisi è lì davanti, è palese. Quando si arriva davanti alla porta e si sbaglia, c'è poco da fare. Mazzarri non è Mandrake. Spiace dirlo, Zaza non ha rispettato le aspettative. Belotti ha difficoltà ad inquadrare la porta, è sotto gli occhi di tutti che non è più quello di due anni fa, sbaglia anche cose semplici. E il problema maggiore è che Falque non è più il Falque che conosciamo".

Perchè, secondo te?

"Nelle due stagioni precedenti è sempre stato l'uomo in più, sempre stato colui che non deludeva mai. Ha sempre fatto 12 gol a stagione. Io ho spesso sostenuto che rende meglio sulla fascia destra che in posizione centrale dietro una punta, lo penso tuttora. In più a volte penso che si sia un po' seduto dopo aver firmato il rinnovo di contratto. Ha raggiunto un grande traguardo personale e forse, anche inconsciamente, ha meno mordente di prima. E' come un ciclista che vince il Gran Premio della Montagna e poi si rilassa nelle tappe successive. Questo non sarebbe accettabile, lui per primo lo sa. Deve tornare quel giocatore che era sempre stato".

Dall'attacco alla difesa, che ha subito cinque gol nelle ultime due partite.

"Credo siano state fondamentali le assenze di Nkoulou e Izzo. Senza di loro la squadra si è un po' scombussolata. In tutto il campionato hanno sbagliato solo in un'occasione, il gol regalato al Parma. Lyanco evidentemente non è in condizione. Ma non voglio giudicarlo, spero possa rappresentare il futuro del Toro".

C'è qualcosa da salvare del Toro dell'Olimpico?

"Sì, le prestazioni dei soliti Sirigu, Nkoulou e Rincon. Tre giocatori che garantiscono continuità di rendimento. Ma per fare campionati di livello, servirebbero sei-sette elementi che siano certezze di questo tipo, non solo tre. Altrimenti non si può pretendere più di tanto. A Roma comunque mi è piaciuto anche Ansaldi, adattato da centrocampista: è un giocatore serio e di qualità, peccato perchè è spesso frenato da infortuni. Anche Aina è stato a tratti straripante, deve crescere per esprimersi sempre su questo livello. Ma vanno fatti i complimenti a chi l'ha scovato: se si critica il nostro direttore sportivo, cosa si dovrebbe dire allora a quello dell'Inter, che ha venduto Zaniolo? Questi sono gli unici giocatori che a Roma hanno saputo caricarsi la squadra sulle spalle. Uno che ha il fisico di De Silvestri non può calare dopo un'ora di gioco. E di Falque abbiamo già parlato".

Per quanto riguarda il mercato, Petrachi ha sostenuto che la squadra è a posto così. Ad alcuni tifosi non è andata giù.

La piazza granata storicamente è sempre stata di bocca buona, e questo ha portato ad alcune contestazioni sbagliate. Ricordo quella a Sergio Rossi. O i fischi a Quagliarella, che adesso stiamo ammirando tra i migliori attaccanti della Serie A. La società deve ragionare con la sua testa e non farsi condizionare. Petrachi e Mazzarri devono avere idee precise e perseguirle con coraggio, senza il minimo condizionamento esterno, evitando al contempo promesse di ogni tipo: questo è quello che si deve chiedere a degli addetti ai lavori. E sono sicuro che le considerazioni da me esposte le hanno fatte già a tempo debito, al Torino".