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Rampanti: “Punto che sa di vittoria. Belotti? Mazzarri ha avuto onestà intellettuale”

Parola al Mister / Il nostro Serino Rampanti analizza Napoli-Torino 2-2: "Granata preparati tatticamente, tecnicamente e psicologicamente: la gara del San Paolo non va analizzata in base al punteggio finale..."

Lorenzo Bonansea

"Come ogni settimana, torna "Parola al Mister", la consueta analisi del nostro Rosario "Serino" Rampanti. Sotto i riflettori, questa volta, la prestazione dei granata contro il Napoli al San Paolo, per un 2-2 finale che sa di iniezione di fiducia importante per il futuro.

"Serino, prima di iniziare la disamina della partita, so che vuoi fare una piccola premessa.

"Sì, vorrei togliermi un fastidioso sassolino, che riguarda Galli - il procuratore di Edera. Il signore in questione, intervistato riguardo al ragazzo, ha affermato che ad Edera "è interessato il Napoli, ma che purtroppo ha firmato per il Torino": Sul ragazzo mi sono espresso nel recente passato affermando che è uno dei calciatori più interessanti del calcio italiano, ma - premesso che io non sono un dipendente del Torino - se avessi occasione di parlare con ragazzo e genitori, gli direi che ho visto in 60 anni tanti giovani promettenti che col tempo non han mantenuto le più lusinghiere premesse. Le cause del fallimento possono essere tante, tra le quali anche il farsi mal consigliare. In primis il ragazzo e la famiglia dovrebbero sempre pensare a chi lo ha fatto crescere, in questo caso il Torino. Ecco, che cos'è il Torino glielo illustrerei molto bene. Per quanto riguarda il signor Galli, lo terrei a distanza di molte miglia, e se dovesse bussare alla porta dovrà presentarsi non con un cappello in mano, ma con due.

"Veniamo alla sfida col Napoli. Una partita delicata, visto il momento e la classifica scevra di spunti.

"Io partirei dalle parole nel pre partita di Mazzarri e da com'è stata preparata. Il tecnico in conferenza, nel post Superga, non ha detto banalità: ha parlato di valori morali, come orgoglio e dignità, e ha sottolineato che se una squadra ha queste caratteristiche è difficile batterla. Mi viene da pensare che se il trio Petrachi-Cairo-Mazzarri riuscirà - in armonia - a formare un gruppo con questi valori e qualità tecniche, in futuro questo potrebbe darci grandi soddisfazioni. Prima di guardare la partita, era doveroso analizzare queste parole. Sono state propedeutiche a questa gara, che io definirei una gara "vinta".

"Perché la definiresti così?

" Si giocava contro una big, una squadra in lotta per lo scudetto, e negli ultimi anni eravamo abituati a subire goleade umilianti dal Napoli. In questi casi, quando alla tua squadra è ormai precluso ogni obiettivo, è difficilissimo andare a giocare contro una squadra come quella azzurra: affrontare l'avversari con bravura diventa quasi impossibile. Il Torino ci è riuscito arrivando preparato tecnicamente, psicologicamente e tatticamente. In altri settori, dove si usa parlare difficile, si direbbe "comportamento deontologico perfetto".

"Quali saranno le ricadute positive di questo pareggio?

"Le ricadute positive sono e saranno molteplici. La squadra ha ripreso fiducia, e se prima temevo per la gara contro la Spal, dopo ieri sono più sereno. E' possibile terminare il campionato con serenità, ma si dovrà comunque restare sempre sul "chi va la". Se ci fosse stato poco impegno, invece, le conseguenze sarebbero state molto negative per mister e Torino FC. Se andassimo ad analizzare la gara soltanto in base al punteggio e al punto conquistato, saremmo molto superficiali e non inquadreremmo bene a situazione squadra-allenatore-società-immagine esterna.

"Sul 2-2 del San Paolo c'è sicuramente la mano di Mazzarri, capace di schierare un undici inedito - tenendo fuori Belotti dalla formazione iniziale.

"Non nascondiamo la polvere sotto il tappeto e cerchiamo di essere chiari. La situazione su cui doveva mettere mano Mazzarri era delicata: ha trovato un'ambiente che ormai era abbastanza compromesso sia come gioco in sé e sia come rapporti con l'ambiente. E quando dicevo che ha molto da lavorare, intendevo che doveva ricucire tutto, conquistarsi la fiducia di giocatori e ambiente. La fiducia dei giocatori la conquisti solo se riesci ad essere imparziale, equo e "giusto": ieri è stato un ulteriore passo avanti per dimostrare questo tipo di comportamento, ed è stato secondo me apprezzatissimo da tutto il gruppo. Lui in passato ha avuto un comportamento con Ljajic che ha poi portato a risultati, ha tenuto duro con Belotti, ma ieri è stato "costretto" a tenerlo fuori. Non dimentico il gesto di Sirigu a Bergamo, e certi equilibri nello spogliatoio li mantieni solo se ti fai rispettare. Il gruppo secondo me non avrebbe capito una titolarità di Belotti ieri: c'è una sensibilità particolare da questo punto di vista all'interno dello spogliatoio. E questa cosa gli ha permesso di mettere in campo una formazione diversa e di testare: mi sembra un percorso lineare e anche in questa decisione Mazzarri ha dimostrato onestà intellettuale.

"Cosa dire, invece, della prestazione di Niang? Il senegalese è tornato titolare dopo tanto tempo.

"Questo giocatore ha avuto grossi problemi in passato, è stato fuori diverse partire. Quello di ieri è il suo ruolo, non è un esterno, ha bisogno di partire centralmente secondo me. E l'ho anche già detto. La condizione fisica, atletica, buona per affrontare una gara è dura da prendere: già se stai fuori una settimana la paghi. Se dicessi "ha fatto male" e basta, non sarebbe un'analisi da me. Non mi sento di giudicarlo.

"Qual è il tuo punto di vista sull'errore che ha portato al gol del momentaneo 1-0 azzurro di Mertens?

"Il primo gol preso è stato drammatico, e se il risultato non fosse cambiato avrebbe suscitato più di qualche perplessità. Tutti danno la colpa a Burdisso, ma io invece tiro le orecchie a Bonifazi, per un passaggio orizzontale in mezzo all'area pericolosissimo. Anche ai bambini s'insegna che è pericoloso il disimpegno orizzontale in mezzo al campo, figuriamoci in area. Questo ragazzo deve migliorare.

"Tra le note positive c'è sicuramente la prestazione di De Silvestri, al sesto gol stagionale.

"Ci sono certi attaccanti che non riescono a fare 6 gol in stagione, e quando un terzino arriva a questa cifra è un risultato non indifferente. In passato si è forse stati troppo critici con lui, bisogna essere sempre cauti. De Silvestri qualche volta in fase difensiva non ha reso al massimo, però con la sua fisicità e con il suo atteggiamento professionale ha avuto nei fatti un rendimento notevole. Il gol di ieri è stata una giocato provata, e questa è una bella cosa. E' un professionista esemplare, e le squadre vanno costruite partendo da questa base.

"Al San Paolo, poi, si è vista una catena di sinistra in grande spolvero: le prestazioni di Ansaldi, Baselli e Ljajic non possono che far ben sperare.

"Quando si parla di punti fermi, non si può non parlare di Ansaldi, Baselli e Ljajic - anche se quest'ultimo non sai mai quando ce l'hai, ma quando ce l'hai si sente eccome. E' una grossa responsabilità per chi gestisce decidere un domani cosa fare, credo che penseranno bene al tutto. Il compito di giudicare non è mio. Io guardo e cerco di analizzare. Il trio Cairo-Petrachi-Mazzarri deve riuscire a formare un gruppo coeso che deve avere sani principi. Hanno un bel da fare: è importante che all'esterno non appaia mai che "questo lo ha comprato uno, questo l'altro..". Le operazioni devono sempre apparire come scaturite da un accordo comune tra le parti. In caso contrario, quello che ne esce è un messaggio di poca coesione. Società e squadra devono essere un blocco granitico.