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Rampanti: “Toro, iniezione di positività. Ma guai ad abbassare la guardia”. E su Ljajic…

Il nostro Serino Rampanti analizza il match contro il Cagliari: "Vittoria che ci voleva. Su Ljajic, io sto con Mazzarri: bisogna rispettare il concetto di "sovranità" in una squadra..."

Lorenzo Bonansea

"Dopo quattro sconfitte consecutive, il Toro torna finalmente a sorridere - vincendo 4-0 a Cagliari. Per analizzare il momento dei granata, abbiamo dato nuovamente "Parola al mister" Serino Rampanti.

"Serino, finalmente una ventata di positività. Quanto ci voleva?

"Ci voleva assolutamente. Era una partita delicatissima: si veniva da tante sconfitte, e sembrava che i giocatori avessero pericolosamente perso fiducia in se stessi. Questa è un'iniezione di positività in tutti i sensi, anche dal punto di vista "ambientale". C’era scoramento da parte di quasi tutti i tifosi, non sapevano più cosa pesnare. Si ragionava ormai con irrazionalità giustificata, perché ad un certo punto non si capiva più cosa stesse succedendo. E le cause di questo periodo sono semplici e le abbiamo già analizzate: era impossibile che Mazzarri conoscesse bene le caratteristiche umane dei giocatori. Un tecnico solitamente parte dal ritiro e ha un mese di tempo prima dell’inizio del campionato: instaura dei rapporti personali, vede come sono le gerarchie, vede la personalità, e da lì riesce a costruire le basi. Questo a Mazzarri mancava.

"La copiosa emorragia post-derby secondo te è stata definitivamente tamponata?

"Io ho sempre timore quando le partite finiscono con risultati eclatanti sia in positivo che in negativo. In negativo perché ti manda ko, non sei più padrone, perdi fiducia; in positivo perché ti può alterare la prestazione. Mentalmene puoi pensare di essere fuori dal tunnel. Secondo me se il risultato fosse rimasto in tensione fino alla fine, il Toro sarebbe uscito ancora più temprato da questa partita. Anche perché guai a pensare di aver risolto tutto, e questo Mazzarri lo sa benissimo. Vedrà sicuramente trai giocatori chi lo pensa a partire dai primi allenamenti, e ripeto: guai a pensare di aver sistemato completamente la situazione dopo questa vittoria. Il Toro ha un gran bisogno di continuità: ha svoltato, ma reinciampare sarebbe un grosso guaio.

"Ljajic ha fatto svoltare. Non ci si poteva pensare prima?

"Mazzarri è uno che è “riuscito” a gestire Cassano per due anni: ti assicuro che è cosa quasi impossibile. Io ho avuto l'opportunità per due anni di essere nello staff di Gentile in Under 21, e ti assicuro che con Gentile era impossibile gestire uno come Cassano. Era inaffidabile. Lui lo ha gestito. Anche nel Napoli, con Cavani. Mazzarri ha fatto finta di niente dopo l’esultanza di domenica scorsa di Ljajic, e ha fatto bene. Diamogli modo di gestirlo come meglio crede. Il Torino deve riuscire ad aspettare che il tecnico e il giocatore facciano il loro meglio, e poi a fine anno si trarranno le conclusioni. Non solo su Ljajic,ma su tutti i giocatori. Non si possono soverchiare le gerarchie e le regole. Di questo ragazzo conosciamo le qualità ma sappiamo tutti che tipo di carattere ha, è recidivo, bisognerebbe andare a monte per capire bene. La società deve cominciare a mettersi in discussione anche su questo genere di cose: prima di acquistarlo, devi sapere tutto di un giocatore. La sua storia, i suoi amici, la sua personalità, il suo procuratore, la sua famiglia, devi fare un chek-up completo. Con Ljajic, il Toro sta pagando un mancato check-up preventivo. E se poi si perde il concetto di sovranità, allora sono dolori. Un po' come a Bardonecchia...

"Ti riferisci alla questione riguardante la polizia francese in territorio italiano?

"Sì, e si può effettuare un parallelismo anche nel microcosmo di una squadra o di una società. Perché se una società o uno stato fa rispettare le regole, un cittadino/tifoso acquisisce maggiore senso di appartenenza. Quando durante la crisi di Sigonella, ad esempio, lo stato italiano dimostrò la propria forza nei confronti di quello americano, la gente si sentì orgogliosa. Io per primo. Quando tu fai un atto di forza contro chi non rispetta le regole, devi venire apprezzato dai tuoi tifosi. Il tifoso deve ragionare su questo, sentirsi più partecipe di una società che impone le proprie regole. Tornando a Ljajic, io ho sempre elogiato le sue qualità, però in una società ci sono regole e il gruppo ne soffre se c'è gente che non le rispetta. Si rompono i rapporti. E ne consegue che ci rimette la società perché non arrivano i risultati. Per arrivare allo sviluppo di una squadra c’è un lavoro che deve essere fatto dall’alto in maniera certosina. La sovranità di una squadra deve essere impeccabile, e nessuno deve permettersi di interferire. In questo io sto con Mazzarri e la società: sa lui come sfruttare Ljajic al meglio.

"Il secondo uomo di copertina a Cagliari è sicuramente Iago Falque, che come all'andata si dimostra l'uomo in grado di prendere per mano la squadra. 

"E’ il più positivo di questi di due anni. E’ uno che sta nelle regole ed affidabilissimo, rendimento altissimo. E’ tra quelli che dovrà diventare parte di uno zoccolo duro della squadra, cosa che deve ricostruire il Torino. Lui dovrà essere parte di quel gruppo che in futuro dovrà essere trainante. Questa è la mia opinione, per quel che può valere.

"Su Belotti, invece? Mi è sembrata una prova generosa, la sua. Anche se senza gol...

"Questa situazione è scioccante purtroppo: è pesante che su 4 gol lui ne non e faccia nemmeno uno. E' pesante, e ne deve venire fuori al più presto, e per venirne fuori deve riguardare il suo percorso, deve ristudiarsi tutto. Guardare in retrospettiva la sua vita calcistica e ripercorrere quelle strade. E con umiltà e intelligenza, lavorando, deve ritrovare se stesso. Perché se non fa gol non è sé stesso. Mi viene in mente un ricordo legato a Pulici. Un giorno Giagnoni presi Pupi e lo mise ad allenarsi singolarmente. Io ero presente agli allenamenti, e lui non segnava mai ma da quel momento è diventato poi quello che è diventato. Pulici face quel percorso con grande umiltà e i risultati si sono visti, anche se allora lui era più giovane di Belotti adesso: non so se il percorso del Gallo sarà lo stesso, ma bisogna pensare a tutto e provare ad agire in tutti gli ambiti. Questa è la mia opinione personale.

"Che impressione ti ha dato l'atteggiamento granata con il 3-5-2?

"Quando si fa il 3-5-2, vedo Iago che non è a sua agio. Lui è pericoloso quando fa meno il centrocampista e più l'esterno. La stoccata finale lui l’ha sempre fatta da destra. Comunque, andando sul rendimento dei singoli in questa "nuova" disposizione, mi ha fatto piacere la prestazione di Baselli nella ripresa: ha sbagliato nel primo tempo ma poi ha reagito. Mi è piaciuto anche Ansaldi, che si è ripreso dopo due partite pessime - e ha avuto ragione Mazzarri a crederci. Io lo avevo messo in discussione ma ha ragione lui. Poi sono contento per Bonifazi, che finalmente ha esordito. Mi sembra che tutti quanti abbiano fatto la loro partita.

"Ora la sfida contro il Crotone, con un clima magari non del tutto "assestato" ma comunque più positivo intorno.

"Speriamo che torni anche la fiducia dei tifosi verso questa squadra, che l’assistano. Io sabato ero veramente contento: finalmente è arrivato un risultato che mi ha sollevato tantissimo, perché io credo molto in questi giocatori e in questo allenatore. E se si fosse verificata un'ulteriore scivolata non so dove ci avrebbe portato. Vittoria, quindi, importantissima - per guardare fiduciosi al futuro cercando di non ripetere gli stessi errori fatti fino adesso.