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Rampanti: “Zaza? Nel Toro dei miei tempi ci avrebbe pensato Ferrini”

Parola al Mister / Serino analizza così i temi del momento granata dopo Parma-Torino

Gianluca Sartori

Il pareggio di Parma ha smorzato un po' l'entusiasmo intorno al Torino, non la voglia di continuare a lottare: la classifica dice che a sette giornate dalla fine l'Europa è ancora a portata di mano. Ecco come Serino Rampanti, nella sua rubrica "Parola al Mister", analizza i temi di casa Toro.

Serino, tanto dominio ma nessun gol: il Torino ancora una volta ha faticato a concretizzare contro una squadra chiusa a riccio. 

"Il fulcro del gioco di una squadra è sempre il centrocampo. E' in mediana che nasce lo sviluppo della manovra: tempi di gioco, visione di gioco, cambi di passo, sono tutti fattori che incidono e che devono essere caratteristica dei centrocampisti. Il reparto deve avere un giusto mix, con giocatori che possano garantire tutti questi fattori. Dunque se il Torino fatica più del dovuto contro squadre che si difendono con undici uomini dietro la linea della palla credo sia un tema che riguardi in primo luogo proprio il centrocampo. Serve fare di più in questa zona sia per il finale di stagione che per il futuro". 

Parlando di centrocampo, viene da chiederti un parere sul momento di Soualiho Meité: pare in ripresa, ma lui stesso ha detto di star rendendo al di sotto delle proprie potenzialità. 

"Lo vedo meglio in queste ultime partite, ma il calo c'è stato ed è innegabile. Può essere dovuto a due ragioni: forse si è distratto un po', e non conoscendo il campionato italiano non sapeva che cali mentali non se ne possono avere. E forse ha pagato fisicamente, per la struttura incredibile che ha, lo stop di gennaio, quando venne squalificato. Ha fatto una grande fatica, ma Mazzarri deve averlo ripreso nel modo giusto. Speriamo possa chiudere il campionato come lo aveva iniziato: saremmo decisamente a cavallo". 

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Tiene banco il caso Zaza, dopo un'altro spezzone decisamente negativo in quel di Parma. Anche perchè contro il Cagliari probabilmente l'attacco del Toro sarà nelle sue mani. 

"Non sono tanto sicuro del fatto che Mazzarri lo farà giocare. Quando vedo certi errori, mi viene sempre da fare una battuta (e sottolineo, è una battuta): "Ma gioca per il Toro o per gli avversari?". Io su di lui ho espresso prima perplessità, poi preoccupazione, oggi lancio un allarme. Contro il Cagliari è una partita determinante per il campionato granata e affidargli le chiavi dell'attacco può essere un rischio per il momento che vive attualmente: il pubblico potrebbe iniziare a beccarlo al primo errore, e lui potrebbe ancora una volta cedere al nervosismo. E' l'attaccante più ammonito del campionato, con un giallo ogni 155 minuti, come si fa a escludere che possa lasciare in dieci i compagni in una partita decisiva? In ogni caso, su di lui, fatemi dire una cosa: avesse giocato nel Toro dei miei tempi, credo che capitan Ferrini o giocatori simili lo avrebbero aiutato più che volentieri a redimersi". 

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Tornando a parlare della squadra: a Parma sono emersi i limiti della rosa corta che il Toro ha voluto costruire?

"Col senno di poi è sempre più facile giudicare. Visto quanto ha influito la stanchezza, oggi si può dire che avere una o due scelte in più sarebbe stato molto utile. Ma non è mai facile mettere in preventivo che infortuni e squalifiche possano sommarsi, magari anche in uno stesso reparto. Quindi dico di sì, ma chi parla a cose fatte ha sempre ragione". 

I risultati delle concorrenti comunque hanno attenuato il rammarico per i due punti persi contro il Parma. E l'Europa, anche quella più "importante", rimane a portata di mano... 

"Tutte le concorrenti sembrano fare a gara nello sprecare punti in gare che sulla carta sembrano alla loro portata. Questo a conferma che i risultati in questa Serie A sono scontati per pochissime squadre. Per tutte le altre è un campionato bello e avvincente in cui le sorprese non mancano. Pensiamo ai punti che il Torino ha perso contro Bologna e Parma: ne avesse fatti di più, dove sarebbe ora? Invece nonostante questo la squadra è ancora in piena lotta, con buona pace non solo di una frangia minoritaria di tifosi che è disfattista a prescindere, ma anche di alcuni opinionisti e commentatori. Ora è tutto nelle mani di Mazzarri e dei giocatori. La concentrazione e l'atteggiamento non devono mai mancare. Nel frattempo l'auspicio è che alcuni elementi riescano a rendere per quelle che sono le aspettative e che giocatori importanti, come Iago Falque, tornino al più presto a disposizione".