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Roma-Torino 3-2, Mazzarri tradito da errori dei suoi. Ma Berenguer è entrato tardi

Il confronto / Di Francesco vince la gara grazie al maggior cinismo dei suoi

Redazione Toro News

La sfida tra Di Francesco e Mazzarri sarebbe un pareggio, perché i due allenatori si sono spartiti quasi equamente i due tempi, ma i tre punti sono stati della squadra che ha saputo sfruttare meglio le circostanze della gara. Decisivi a sfavore del Toro i gol divorati da Belotti e Falque nonchè il mancato rilancio di Aina sul primo gol subito, ma c'è qualche dubbio per l’ingresso troppo tardivo di Berenguer.

LE MOSSE - Mazzarri lascia in panchina Lukic, che non ha recuperato a pieno, e inserisce a sorpresa Parigini. L’idea, come evidente nei minuti iniziali, era di andare a prendere alta la formazione di Di Francesco, obbligando così i terzini giallorossi a rimanere bassi. Fino al decimo funziona la tattica di Mazzarri, infatti è il Toro a partire meglio e l’asse Ola Aina-Parigini mette in crisi Karsdorp. Al 15’ arriva l’episodio che cambia la partita, Zaniolo, lasciato troppo solo, sblocca il match e la Roma prende coraggio. Fino alla fine del primo tempo la formazione capitolina mette in mostra tutta la sua bravura a chiudere l’avversario nella propria metà campo, grazie ai difensori che rimangono sempre molto alti e riescono facilmente a mandare in offside gli attaccanti granata. Bravi nella pressione e a occupare le linee di passaggio, i giallorossi riescono a pungere con continuità, trovando impreparata la retroguardia di Mazzarri più volte. Proprio da una di queste situazioni nasce il raddoppio. El Shaarawy, sfuggito alla marcatura dei centrali granata, riceve l’imbucata di Karsdorp e viene atterrato da Sirigu. Soltanto allo scadere i granata riescono a sfruttare gli spazi che la retroguardia giallorossa lascia alle proprie spalle: Belotti riparte e serve un liberissimo Iago Falqué, che, a tu per tu con Olsen, colpisce il palo esterno.

Nella seconda frazione il Toro entra con un piglio diverso e si vede da subito. Al 6’ Rincon accorcia le distanze, dopo che Dzeko aveva clamorosamente mancato il gol del 3 a 0. Giusta la mossa di Mazzarri al 10’ di sostituire Iago con Zaza, che aumenta la pressione sulla retroguardia giallorossa e, così, il Toro riesce a mettere in difficoltà la Roma nei disimpegni. Con il passare dei minuti sale sempre più in cattedra Ola Aina, che, con le sue accelerazioni, mette in crisi Karsdorp. Al 22’ Ansaldi pareggia i conti con un bel tiro dalla distanza. Gol che è soltanto la ciliegina sulla torta, l’argentino dà ragione al suo tecnico che ha pensato a lui per sostituire i tanti centrocampisti assenti. Poco dopo il pareggio, Di Francesco corre ai ripari, fuori Kluivert e dentro Schick. Il ceco appena entra si rende protagonista, perché nell’azione che porta al 3 a 2 c’è anche la sua firma. Mazzarri risponde mettendosi sull’offensiva: al 30’ dentro Edera per Parigini e al 38’ Berenguer per Lyanco, passando così al 4-4-2. La mossa è giusta, perché l’ex-Osasuna entra e mette subito Belotti davanti alla porta. L’esterno, inoltre, è particolarmente in palla, creando più volte scompiglio sulla sua fascia. Viene da chiedersi, allora, perché sia stato così tardivo l’ingresso in campo dell’iberico, che, nei pochi minuti a sua disposizione, ha dimostrato di poter essere un’arma in più.