gazzanet

Roma-Torino 3-2: i numeri giustificano la rabbia di Ventura

Le statistiche / La squadra ha tirato nello specchio della porta solo una volta in meno rispetto ai giallorossi e anche il possesso palla è in equilibrio. Il fraseggio granata è stato tutt'altro che sterile

Redazione Toro News

"Come di consueto, all'indomani di un match, andiamo a vedere quali sono stati i numeri e le statistiche più interessanti di Roma-Torino 3-2, partita giocata bene dai granata, ma non abbastanza da permettere a Glik e compagni di centrare la quarta vittoria consecutiva, che fino a 5' dalla fine pareva più che possibile.

"POSSESSO E TIRI - La gara, sul piano della gestione palla, è stata molto equilibrata, come si evince dalle percentuali di possesso: i giallorossi hanno tenuto il pallino del gioco per il 52% dei minuti giocati, mentre i granata si sono fermati al 48%. Una differenza minima, che dà la misura dell'incertezza di una gara, decisa nei fatti dall'innesto di Totti nei minuti finali. Per quanto riguarda i tiri in porta totali, invece, la Roma primeggia in maniera abbastanza evidente: 17 quelli giallorossi, 9 quelli granata, con Florenzi e compagni molto attivi soprattutto nella ripresa, a dispetto di un primo tempo decisamente sottotono. Se si riduce, però, questa statistica alle sole conclusioni verso lo specchio della porta, la forbice tra le due compagini si accorcia in modo netto: 7 i tiri a bersaglio dei capitolini, 6 quelli dei granata.

"GESTIONE, LANCI LUNGHI E CROSS - Anche dal punto di vista delle palle perse e recuperate, i giallorossi hanno la meglio sui ragazzi di Ventura: la squadra di Spalletti ha infatti sprecato il possesso ottenuto in 42 occasioni (contro le 38 dei granata), ma ha recuperato la sfera 19 volte, mentre i granata sono riusciti in questo solamente in 15 eventualità. Verso i padroni di casa, poi, anche la lancetta segnante il computo dei cross totali, che - nonostante il Torino potesse contare su due esterni molto pungenti, vede la Roma primeggiare con 8 cross a 5. L'idea calcistica di entrambe le squadre, infine, si basa principalmente sul fraseggio corto in atessa di verticalizzazione, con i lanci lunghi che spesso sono utilizzati solamente per spazzare l'area di rigore in caso di pericolo: bene, il Torino ha lanciato lungo ben 16 volte, costretto più volte dal pressing romanista a disfarsi della sfera, mentre i giallorossi hanno tentato il traversone profondo solamente in 4 occasioni.