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Ronchetti (PianetaMilan): “Ora il Toro è più squadra. Belotti piace ancora al Milan”

Verso il match / Così il collega che segue le vicende rossonere: "Il problema attuale del Milan è che crea tanto ma segna poco"

Gianluca Sartori

Si avvicina Torino-Milan e, come di consueto, abbiamo dato la parola ad un collega che segue le vicende della squadra avversaria del Torino. Stavolta ad intervenire sulle nostre colonne è Matteo Ronchetti, direttore di Pianeta Milan, sito partner del network Gazzanet. Ecco le sue parole in vista della sfida di stasera (ore 20.45, stadio "Grande Torino").

Buongiorno Matteo, che Milan arriva a Torino? Contro il Napoli la prestazione della squadra è stata ottima.

“Gattuso ha detto che complessivamente la squadra sta bene, certo qualche singolo è in calo, perché le partite giocate quest’anno son state veramente tante; certamente in una partita contro una big come il Napoli sei sempre portato a dare qualcosa in più. Bisogna veramente vedere se col Torino e col Benevento il Milan saprà tenere lo stesso ritmo di intensità visto col Napoli. Sicuramente rispetto a due mesi fa il Milan ha meno intensità ma più gioco e più certezze difensive”.

Il principale problema della squadra attualmente, sembra invece la scarsa vena realizzativa.

“È mancata la punta da venti gol. Il principale bomber è Cutrone, che ne ha segnati sette. Ma in generale è mancato l’apporto in zona gol anche degli esterni (per Suso sei gol, per Calhanoglu 3). In questo senso Gattuso sta lavorando, ha detto che si aspetta dal turco qualcosa in più dal punto di vista realizzativo. Suso si sta allenando per provare movimenti diversi; cerca in questo momento di accompagnare di più l’azione verso il centro, invece che tentare sempre il solito movimento di rientrare sul sinistro per tirare. Il reparto di attacco è quello che sta rispondendo meno; crea tanto ma segna poco, anche perché tutti si sacrificano molto in fase difensiva”.

Vi aspettavate che Gattuso avesse successo?

“Gattuso è stato straordinario. Ha trasformato il Milan soprattutto con idee di gioco: ha preso in mano una squadra che giocava molto in orizzontale, lui ha innestato il concetto di verticalità. E poi ha dovuto rifare da capo la preparazione fisica. All’inizio ha pagato lo scotto, vedi il 3-0 in casa del Verona. Ma poi il suo lavoro ha dato i risultati che ci si aspettava. È stato aiutato anche dal fatto che alcuni giocatori arrivati in estate hanno iniziato ad ingranare sotto la sua guida, dopo aver faticato con Montella ad adattarsi al campionato italiano".

Dopo le indiscrezioni che si sono rincorse per tutto l’anno, ci sono effettive preoccupazioni riguardo la stabilità societaria del club?

“Non vedo sino ad oggi reale motivo di preoccupazione. Al di là di Yonghong Li c’è il fondo Elliott, che ha già dato disponibilità nel fare da garante della situazione e della continuità aziendale. Da questo punto di vista non ci sono particolari preoccupazioni. Qualche dubbio qua e là questa presidenza l’ha dato, ma fin qui ha sempre onorato gli impegni. Quindi, finchè Yonghong Li riuscirà a far fronte agli impegni, tramite prestiti o tramite risorse sue, non ci sono preoccupazioni".

Che cosa c’è da temere del Toro? Che immagine è stata recepita dei granata nell’ambiente rossonero?

“È sicuramente un Toro molto diverso dal girone di andata. È cambiato l’allenatore ed anche il modo di giocare. Visti dall’esterno, i granata hanno trovato la loro fisionomia. Sono più “squadra”, anche se il rendimento è ancora un po’ altalenante. Simbolo è Belotti, che complice qualche infortunio non riesce a trovare continuità. Devo dire che comunque nel periodo recente il Toro ha dimostrato grande solidità e di essere una squadra vera specie quando gioca in casa”.

Parlando di Belotti, credi che possa essere un obiettivo del Milan anche nella prossima sessione di calciomercato?

"Io credo che Belotti finchè starà al Torino sarà sempre circondato da indiscrezioni. Al Milan piace e non è un mistero. Gattuso lo ha allenato al Palermo, ne parlò bene allora, figuriamoci adesso. Il fatto che lo paragoni a Shevchenko, uno con cui ha giocato, la dice lunga. Da Milano lo guardano sempre con attenzione. Innanzitutto bisognerà capire quale indirizzo tattico vorrà dare Gattuso al prossimo Milan. Se vorrà giocare con una punta vera bisogna considerare che al momento in organico ce ne sono tre: Andrè Silva, Cutrone e Kalinic. Se invece come probabile si virerà sui due attaccanti, Belotti potrebbe tornare in auge come nome spendibile per il mercato del Milan. Poi dipenderà ovviamente anche dal prezzo che vorrà fare Cairo. Se confermerà quello della scorsa stagione, i 100 milioni della clausola, è una cifra che non è alla portata del Milan".