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Con Mazzarri è un Torino che studia e si adatta: 3 moduli in 4 partite

Testa a testa / Il tecnico granata legge tatticamente la sfida e schiera i suoi ragazzi di conseguenza: il doppio utilizzo di Falque e Baselli premia

Federico Bosio

"Un capolavoro di tattica. Possibile definire in questo modo il lavoro di Walter Mazzarri in preparazione all'incontro di ieri pomeriggio sul terreno della Sampdoria? A giudicare dalla prestazione del Torino e dal risultato decisamente stretto, la risposta non può che essere affermativa. Il tecnico granata non riesce ad agguantare i tre punti sul campo - pur andandoci davvero vicino - ma vince il confronto a distanza con Giampaolo, e lo fa in una maniera che appare al contempo semplice e sorprendente: lo schieramento, le tattiche, i movimenti dei granata, tutto ieri ha fatto intendere e sottolineato come il tecnico del Toro abbia letteralmente studiato il modo di giocare del dirimpettaio in panchina, adattando di conseguenza la propria squadra in base a peculiarità, punti di forza e debolezze dell'avversario.

"IL MODULO - Prima modifica sensibile: il Torino è sceso in campo con un differente schieramento tattico, cucito appunto proprio in relazione all'avversario. E sono tre i differenti moduli utilizzati nelle prime quattro partite sulla panchina granata: il 4-3-3 di base, il 3-4-3 adottato a Sassuolo, ed il 4-3-2-1 di ieri pomeriggio. Una veste che poco differisce in termini teorici dal normale 4-3-3, ma che dal punto di vista della sostanza ha invece fatto la differenza: il tecnico granata ha voluto schierare una mediana più fisica - Acquah, Rincon ed Obi - per fare da schermo a quella qualitativamente parecchio dotata della Sampdoria; di conseguenza ecco l'avanzamento di Baselli nel ruolo di "trequartista" stretto al fianco di Falque, alle spalle di Niang. Proprio questi due giocatori hanno rappresentato la chiave tattica del match.

"IAGO E BASELLI - Le due preziose pedine sono infatti state impiegate con i compiti di svolgere una doppia, determinante, funzione: in fase difensiva dare man forte alla mediana per rompere la prima costruzione blucerchiata; non appena il pallone veniva invece recuperato dai granata ecco che le due "mezze punte" andavano ad allargarsi notevolmente sfruttando tutta l'ampiezza del campo per ricevere i frequenti cambi di gioco e potendo puntare con continuità sull'uno contro uno. Movimenti logicamente riusciti con maggiore fluidità allo spagnolo - più abituato al ruolo rispetto a Baselli - che ha ingaggiato costantemente duelli con Murru. Il risultato è stata la trasformazione del modulo in una sorta di 4-5-1 in fase di possesso palla, volto ad allargare le maglie blucerchiate e a lasciare a Niang tutto lo spazio necessario per svariare a piacimento sull'intero fronte offensivo.

"LA LETTURA - Frutto, questa disposizione, di una lettura perfetta da parte di Mazzarri: giocando la Sampdoria con il rombo a centrocampo, ne conseguiva giocoforza che le corsie laterali fossero più sguarnite. Ed è proprio lì che il Torino è andato a colpire, reiteratamente e con precisione, mettendo in seria difficoltà i padroni di casa in particolare nella prima frazione. Un collettivo granata dunque finalmente in grado di sfruttare con consapevolezza le fragilità avversarie. Menzione speciale inoltre, inevitabile, per una difesa adesso granitica: sono due le marcature subite in quattro incontri, e ieri pomeriggio i granata non hanno davvero concesso praticamente niente ad una Sampdoria che, in quel di Marassi, non è nuova alla sottomissione degli avversari. Insomma, è un Torino che sa cambiare pelle: Mazzarri legge tatticamente la sfida e non sbaglia un colpo, il confronto con Giampaolo è a suo favore.