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Sarri: uomo pragmatico fedele alla sua idea di calcio, con il Grande Torino nel cuore

Maurizio Sarri a Superga, maggio 2016

L'avversario / Il tecnico del Napoli, arrivato dal basso, ora sogna di vincere lo Scudetto: e il popolo granata lo rispetta per le sue visite a Superga

Gualtiero Lasala

"Un uomo, un allenatore che per arrivare dove si trova adesso ha dovuto correre molto, dalle categorie più basse e con squadra semi sconosciute, fino alla Serie A e alla Champions League. Il suo gioco è sempre stato distintivo, già dai tempi in cui allenava l'Empoli nella massima serie italiana: Maurizio Sarri veniva spesso celebrato per il gioco che proponeva, e il Napoli ha voluto puntare su di lui per riuscire a fare quello step per puntare allo Scudetto. E il suo Napoli ha cominciato subito a fare bene, ma sempre distante da quella Juventus che ha dominato negli ultimi sei anni: in più, lo scorso anno, il tecnico ha visto andare via uno degli uomini più decisivi della sua squadra, Higuain, per andare proprio dai rivali bianconeri.

"Ma, se si vuole, per Sarri l'addio di Hiaguìn è stata per certi versi anche una benedizione: non si può negare che il tecnico abbia perso un giocatore in grado di segnare 36 reti in un campionato di Serie A, ma ha permesso all'allenatore di trovare una svolta tattica fondamentale, ovvero quella di porre come punta Dries Mertens. In quella posizione, il belga ha reso moltissimo, trovando tanti gol e giocate che il Torino ricorda bene: proprio il "folletto" del Napoli fu autore di un poker alla squadra granata nel match che terminò 5-3 in favore dei partenopei, al San Paolo.

"Oltre a Mertens, è proprio tutta la squadra di Sarri che gioca molto bene: movimenti sinuosi, veloci e spesso letali. Non a caso, quest'anno, in occasione del match Napoli-Manchester City, Sarri ha ricevuto i complimenti da parte di Pep Guardiola, di certo un uomo che di calcio ne ha masticato parecchio nel corso della sua lunga carriera. Tuttavia, la pecca di questo Napoli - in questa stagione ma non solo - è la rosa striminzita: Sarri fa affidamento solo su quei tredici/quattordici giocatori, che inevitabilmente calano di rendimento a causa della stanchezza.

"Ma andando oltre gli aspetti tecnico-tattici, bisogna ricordare che Maurizio Sarri è un uomo che il calcio lo vive, e per questo ricorda ogni volta che può il Grande Torino. Fin da quando ha allenato l'Empoli, il tecnico ha voluto far capire ai suoi ragazzi l'importanza di quella squadra, salendo a Superga, e dicendo a più riprese che "un uomo di sport non può non salire a Superga". Anche e soprattutto per questo il popolo granata vede di buon occhio Sarri, che magari anche quest'anno, tornerà al Colle a ricordare gli Invincibili.