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Sinisa Mihajlovic, voto 6: stagione con pregi e difetti. Senza equilibrio niente Europa

Il Pagellone / Mister Sinisa si è conquistato l’affetto della piazza con la sua grinta, ma per il futuro del Toro serve rimediare agli obiettivi mancati e agli errori commessi in questa stagione.

Redazione Toro News

Campionato finito per il Toro con la preparazione per la prossima stagione che ripartirà a luglio a Bormio. E mentre il Torino comincia a muoversi sul mercato, è ora di tirare un po’ le somme. Dopo aver ripercorso il campionato dei giocatori, ecco che ora è il turno della guida, della persona che ha guidato la squadra dalla panchina: Sinisa Mihajlovic. Uomo con grinta e dalla lingua tagliente, che ha saputo imporsi e farsi rispettare, eppure qualche ombra sulla sua stagione c’è: obiettivi mancati e una squadra non sempre all’altezza delle aspettative, segno che c’è ancora tanto da lavorare e da crescere.

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I DIFETTI– Fin dal suo arrivo nella scorsa estate, Sinisa Mihajlovic ha saputo coinvolgere e convincere tutti. Un uomo dal carattere acceso, pieno di grinta e impulsività, al contrario del suo predecessore Ventura, che da anni aveva abituato la piazza a calma e riflessione. Quella di Miha non è stata una stagione perfetta, anzi, al contrario, sono stati tanti i difetti che hanno influito sull’esito finale del campionato. Su tutti, il fatto di non essere stato in grado di costruire una fase difensiva solida e compatta in grado di saper contenere gli avversari. Sotto la sua guida sono stati 66 i gol subiti che hanno classificato la difesa del Toro come la quarta peggiore della Serie A. Non solo: con 19 partite consecutive subendo gol, tutto il girone di ritorno, il Toro ha stabilito il record negativo della sua storia. Ad aggiungersi alle note stonate di questa stagione, ci sono gli obiettivi di classifica mancati. Mihajlovic è arrivato a Torino annunciando l'obiettivo di centrare l'Europa nel giro di due anni: in questa stagione, ci si aspettava un Toro in grado di restare almeno attaccato al carrozzone della lotta europea, cosa che invece è sfumata del tutto già a metà campionato. Si voleva superare il record di punti fatto con Ventura, che era di 57, e anche qui, Miha e i suoi hanno mancato il bersaglio, arrivando a quota 53. Eppure le premesse c’erano ed erano buone. Il Toro ha disputato un buon girone d’andata, tanto da far credere che l’Europa fosse veramente a portata di mano, ma la squadra ha poi subito un calo fisico e mentale tra gennaio e marzo, sprecando tanti punti che erano assolutamente alla portata.

I PREGI - Ovviamente il lavoro di Mihajlovic ha anche i suoi pregi. Ha saputo lavorare sui giovani, trovando loro la giusta collocazione e facendoli crescere: diversi giocatori: da Zappacosta a Baselli ad Acquah, hanno trovato piena valorizzazione, per tacere poi di Andrea Belotti. senza contare che l’attacco del Toro è stato uno dei migliori di tutto il campionato:66 reti non venivano segnate dal 1949-1950, per un Toro che perlomeno non ha mai annoiato. E ha anche saputo riunire la piazza. Il popolo granata è per la maggior parte infatti dalla sua, convinto al cento per cento che Mihajlovic sia il giusto condottiero per questa squadra, e lo ha anche dimostrato con gli striscioni nell’ultima partita contro il Sassuolo, con cui il tecnico è stato incitato a non mollare e a portare il Torino in Europa nella prossima stagione.

IL FUTURO – Tenuto conto dei pregi e dei difetti manifestati dalla squadra, per questa stagione il voto più equilibrato è probabilmente un 6. Ma per il prossimo campionato è chiaro che c’è da correggere e dimostrare di aver imparato la lezione di questa stagione. Bisogna crescere e migliorare, soprattutto per quanto riguarda la difesa granata. Sta a Mihajlovic capire cosa ha funzionato e cosa no. Con il mercato estivo la squadra va rinforzata e Sinisa ha già dato indicazioni precise su quali giocatori servono e quali no. Giocatori all’altezza che possano portare il Torino lì, dove quest’anno non è riuscito ad arrivare: in Europa. Sarà questo l’obiettivo principale per la prossima stagione, cui realizzazione dipenderà proprio da Mihajlovic, che la squadra la vede tutti i giorni, la costruisce e ci lavora. E molto dipenderà anche dal tecnico serbo, perchè la squadra di quest'anno, sebbene non avesse dei top player in difesa, avrebbe potuto comunque subire di meno. La fiducia da parte della società non manca, così come l’affetto e l’appoggio dei tifosi, che vedono il lui un vero “uomo Toro”, uno che si fa valere e non resta zitto di fronte ai fatti e alle ingiustizie subite. Sinisa è l’allenatore che al Torino mancava da tempo, starà a lui dimostrare di essere in grado di esserne il degno condottiero.