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Stellone l’indomabile

di Paolo Morelli

Nel momento in cui il Toro esprime buon gioco, ciò coincide sempre con l’ottimo stato di forma di Roberto Stellone. Sembra che le due cose vadano di pari...

Redazione Toro News

"di Paolo Morelli

"Nel momento in cui il Toro esprime buon gioco, ciò coincide sempre con l’ottimo stato di forma di Roberto Stellone. Sembra che le due cose vadano di pari passo, ed è così da qualche anno. Stellone che va in gol e trascina l’attacco granata finisce col trascinare anche la squadra.

"Da quando è a Torino non ha mai segnato come un vero bomber, del resto, lui un vero bomber non lo è. Occupa un ruolo che fa da collante tra attacco e centrocampo. Sponde, ripiegamenti e tanta corsa. Il centravanti romano fa sempre molto movimento sulla linea offensiva, e spesso l’abbiamo visto svariare sulla trequarti e finire anche a crossare per i suoi colleghi di reparto. Un lavoro a volte oscuro il suo. Per gli spettatori poco attenti, può apparire ininfluente, ma invece è fondamentale per la manovra offensiva della squadra.

"Nelle ultime due stagioni è finito sempre in disparte per poi essere tirato fuori dalla naftalina e diventare determinante. Con Novellino doveva ansarsene a gennaio di quest’anno, poi è rimasto e al proprio ritorno in campo ha salvato il tecnico di Montemarano ancora per un po’. Ricordiamo quel gol a Reggio Calabria, che se fosse stato segnato con indosso una maglia a righe, sarebbe stato riproposto in tutte le trasmissioni sportive fino alla nausea. Quest’estate lo stesso copione: Stellone sul piede di partenza. Poi però l’attaccante romano resta, e De Biasi all’inizio non sa bene che farsene. Complice il calo di Bianchi, il “pelato” granata torna alla ribalta e salva di nuovo il proprio allenatore. Da Toro-Atalanta (esordio dal primo minuto in campionato con gol) è inamovibile.

"Non ha mai creato problemi e men che meno fatto rumore con dichiarazioni equivoche e fuoriluogo: Roberto Stellone è una delle pochissime costanti dell’era Cairo. Non sarà un campione, ma per impegno e attaccamento alla maglia ha sicuramente molto da insegnare ai compagni di squadra più giovani. Il “patrimonio” è anche lui.