Imparare dal passato per costruire un futuro migliore. Dovrebbe essere questo l'insegnamento trasmesso dalla tragedia consumatasi a Superga il 4 maggio 1949, che vide perire la leggendaria squadra del Grande Torino. Il tempo però ha sbiadito i ricordi, e con essi se n'è andato anche il messaggio più profondo che tutto il mondo dello sport aveva dimostrato di aver appreso allora. Quel giorno non esistevano colori, fedi e passioni, solo un enorme sentimento di compassione che aveva prevalso nel significato più profondo ed etimologico del termine. Compassione infatti, significa condividere la sofferenza, partecipare attivamente al "pathos" altrui. Ed è proprio questo quello che accadde quel famigerato 4 maggio 1949: persone provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo si riunirono in un enorme abbraccio - fisico e simbolico - che andava oltre lo sport. Quel giorno non esistevano differenze, solo un comune sentimento di sgomento, tristezza, lo stesso che si prova, inermi, di fronte alla morte.
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Torino, 4 maggio: non solo sofferenza, Superga è vita e compassione
Approfondimento / Per un giorno non esistettero fazioni o tifoserie, tutti gli appassionati erano lì ad onorare il Grande Torino. E' questo il vero messaggio del calcio!
E' vero, sono tante le testimonianze di affetto che arrivano ogni 4 maggio da tutto il mondo. Il ricordo però, non può e non deve limitarsi a un mero esercizio mnemonico. Il ricordo deve essere piuttosto "attivo" e volto a trasmettere di generazione in generazione ciò che ha insegnato quella sciagura. Davanti alla tragedia della morte non esistono colori, rivalità o passioni, ma solo un sentimento di unione e spirito di appartenenza che unisce le persone come esseri umani ancor prima che come tifosi. Ma cosa significa realmente Superga? Superga incarna lo spirito di un intera "famiglia" - quella granata - che, nonostante le intemperie, trova sempre la forza di rialzarsi più forte di prima, guardando avanti ma non dimenticando ciò che si è lasciato alle spalle. Questo è lo spirito di un popolo che ha reso per sempre immortali giocatori e uomini che ebbero esclusivamente il merito di aver regalato loro immense gioie e fatto battere forte il cuore. Il calcio - allo stesso modo - è gioia, divertimento, lealtà e gioco di squadra; ma alcune frange del tifo - se così può essere definito - più becero e malato sembrano oggi averlo dimenticato. Nessuno, dunque, dovrebbe mai dimenticare questo importante messaggio che costò agli "invincibili" - loro malgrado - ciò che di più prezioso possiede ogni essere umano: la vita.
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