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Torino, 4 maggio: non solo sofferenza, Superga è vita e compassione

Approfondimento / Per un giorno non esistettero fazioni o tifoserie, tutti gli appassionati erano lì ad onorare il Grande Torino. E' questo il vero messaggio del calcio!

Nicolò Muggianu

Imparare dal passato per costruire un futuro migliore. Dovrebbe essere questo l'insegnamento trasmesso dalla tragedia consumatasi a Superga il 4 maggio 1949, che vide perire la leggendaria squadra del Grande Torino. Il tempo però ha sbiadito i ricordi, e con essi se n'è andato anche il messaggio più profondo che tutto il mondo dello sport aveva dimostrato di aver appreso allora. Quel giorno non esistevano colori, fedi e passioni, solo un enorme sentimento di compassione che aveva prevalso nel significato più profondo ed etimologico del termine. Compassione infatti, significa condividere la sofferenza, partecipare attivamente al "pathos" altrui. Ed è proprio questo quello che accadde quel famigerato 4 maggio 1949: persone provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo si riunirono in un enorme abbraccio - fisico e simbolico - che andava oltre lo sport. Quel giorno non esistevano differenze, solo un comune sentimento di sgomento, tristezza, lo stesso che si prova, inermi, di fronte alla morte.

E' vero, sono tante le testimonianze di affetto che arrivano ogni 4 maggio da tutto il mondo. Il ricordo però, non può e non deve limitarsi a un mero esercizio mnemonico. Il ricordo deve essere piuttosto "attivo" e volto a trasmettere di generazione in generazione ciò che ha insegnato quella sciagura. Davanti alla tragedia della morte non esistono colori, rivalità o passioni, ma solo un sentimento di unione e spirito di appartenenza che unisce le persone come esseri umani ancor prima che come tifosi. Ma cosa significa realmente Superga? Superga incarna lo spirito di un intera "famiglia" - quella granata - che, nonostante le intemperie, trova sempre la forza di rialzarsi più forte di prima, guardando avanti ma non dimenticando ciò che si è lasciato alle spalle. Questo è lo spirito di un popolo che ha reso per sempre immortali giocatori e uomini che ebbero esclusivamente il merito di aver regalato loro immense gioie e fatto battere forte il cuore. Il calcio - allo stesso modo - è gioia, divertimento, lealtà e gioco di squadra; ma alcune frange del tifo - se così può essere definito - più becero e malato sembrano oggi averlo dimenticato. Nessuno, dunque, dovrebbe mai dimenticare questo importante messaggio che costò agli "invincibili" - loro malgrado - ciò che di più prezioso possiede ogni essere umano: la vita.