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Torino-Bologna, per Mazzarri accenni di rivoluzione tattica: e Donadoni è travolto

Testa a testa / Il neo tecnico granata stravince il duello in panchina. Ma cosa ha cambiato? I primi segnali sono già emersi, forti

Federico Bosio

"Torna a vincere e convincere, a divertire e divertirsi, e riceve meritati applausi a fine partita: il Torino di Mazzarri è già realtà, e la trasformazione avvenuta nel gioco granata ieri pomeriggio ha inevitabilmente sorpreso chiunque abbia osservato la partita dal punto di vista tattico. Certo il nuovo tecnico, nei soli due allenamenti svolti alla guida della squadra, non può aver impresso chissà quale trasformazione o nuovo concetto nella testa dei suoi giocatori: eppure già ieri qualcosa è apparso decisamente diverso. Principi di rivoluzione tattica quelli emersi a sprazzi dalla sfida - impari - con un Bologna che esce con le ossa rotte: match totalmente dominato dai granata in ogni zona del campo, e confronto in panchina che vede Donadoni non reggere all'urto del dirimpettaio, schierando una formazione troppo rinunciataria e davvero timida in quelle poche (due, forse) occasioni nelle quali riesce ad impensierire Sirigu, al di là del calcio di rigore. Che cosa è cambiato nel gioco del Torino? Andiamo a vedere.

"STESSO MODULO, MA... - Troppo pochi due giorni per attendersi stravolgimenti epocali, ed infatti Mazzarri riparte dal 4-3-3: il modulo più rodato, che i granata avevano utilizzato sino alla precedente partita. Tuttavia, come sottolineato dallo stesso tecnico al termine dell'incontro, c'è modo e modo di interpretare la medesima disposizione tattica. Ed ecco allora che i primi segnali di un netto cambiamento sono già evidenti; innanzitutto, la gestione del pallone: il Torino ieri pomeriggio ha giocato a calcio, mantenendo il controllo della sfera e del campo (il 58% di possesso palla finale è emblematico, soprattutto considerando che al termine della prima frazione il dato si aggirava attorno al 70%) e provando sempre e comunque a non gettare il pallone in avanti, alla rinfusa, ma facendo anzi partecipare tutti gli uomini alla manovra. Giro palla ancora, naturalmente, da perfezionare e sul quale lavorare ma che è già apparso decisamente più veloce del solito.

"Altro elemento emblematico: l'aggressività, ragionata. Il neo tecnico aveva dichiarato nella conferenza di presentazione che gli sarebbe piaciuto giocare sempre con il baricentro alto ma che ovviamente sarebbe dipeso da contesto e situazione: contro il Bologna, la squadra era sensibilmente più avanzata rispetto al solito, con N'Koulou e Burdisso - ultimi uomini di movimento granata - che per quasi mezz'ora della prima frazione hanno addirittura stazionato sulla linea di centrocampo. Conseguenza di questo atteggiamento, una squadra nel complesso più corta e dunque con meno spazio tra i vari reparti: anche in questo caso si tratta di un cambiamento che ha sortito i primi immediati effetti, poichè i giocatori erano decisamente più vicini e questo ha favorito sia lo scarico e dunque la circolazione del pallone in fase di possesso, sia il pressing - finalmente collettivo e non individuale - in fase di non possesso.

"IL RUOLO DI BASELLI - Infine, impossibile non notare un'altra innovazione: la costante ricerca della verticalizzazione, sottolineata dallo stesso Mazzarri nel post partita. Non lanci lunghi volti ad allontanare la sfera "alla cieca", ma filtranti rasoterra. Filtranti rasoterra che sono arrivati anche dai terzini, sfruttati in maniera sensibilmente differente: più stretti verso i centrali in fase di difesa, De Silvestri e Molinaro hanno spinto però molto più del solito ed al momento di mettere il pallone in mezzo non hanno quasi mai optato per i traversoni alti, quanto piuttosto a tenere il pallone basso. Un 4-3-3 meno scolastico, con gli esterni offensivi a tagliare al centro e che ha finalmente beneficiato dei movimenti senza palla in tutti i reparti. Un Torino più votato all'attacco di quello di Mihajlovic - e non era semplice alla prima uscita - ma nel concreto e non solamente nel principio. Un bel Toro, frutto di un Mazzarri che surclassa il diretto avversario Donadoni. E quando quest'ultimo inserisce Donsah per costruire più manovra, il nuovo tecnico granata avanza Baselli in costante pressione su Pulgar, limitando in questo modo le fonti di gioco felsinee. Un adattamento tattico rilevante, a partita in corso...