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Torino e i colpi dell’ultima settimana: perché il calciomercato va giocato fino al fotofinish

Il punto / Cessioni eccellenti e occasioni low-cost: quando operare nell'ultima settimana di calciomercato diventa un'abitudine

Nicolò Muggianu

"Il mondo del calcio è diviso esattamente in due: gli inguaribili sognatori, chi si gode ogni giorno, ogni istante di calciomercato in attesa del "colpo ad effetto" e chi, invece, non vede l'ora che suoni il gong finale, con la speranza che la propria squadra del cuore non venga indebolita troppo. Il Torino si trova esattamente in mezzo: per la precisione tra coloro che aspettano le giuste occasioni di mercato per piazzare un colpo coerente alle scelte societarie e quelli che "Questo giocatore non è in vendita, ma per un'offerta irrinunciabile...".

"Controsensi e tanti (spesso troppi) discorsi economici più che sportivi, ma d'altronde il calcio è anche questo. Una vera e propria macchina da soldi, capace di fatturare a bilancio 2016/2017 ricavi pari a 2,9 miliardi di euro e plusvalenze in crescita dell'84,4% (e la Serie A fa numeri ben più inferiori rispetto a un colosso come la Premier League). Numeri che fanno venire le vertigini e che danno la dimensione di come, con il passare degli anni, il calcio sia sempre più business e meno sport e passione. Gli unici a credere ancora nella magia del calcio (forse) sono i tifosi e il mercato contribuisce ad alimentare i sogni (o gli incubi, che dir si voglia) di coloro che sperano - spesso invano - di vedere la propria squadra ai vertici della classifica. Ma non perché è difficile realizzare i propri sogni, allora è giusto smettere di sognare.

"Il mercato per i tifosi del Torino è da sempre stato fatto di gioie e dolori: giocatori rivalutati, sorprese, scommesse, delusioni e tante, tantissime plusvalenze. Termine diventato ormai d'uso comune per il tifoso granata medio in tema di mercato. Così come altri slang, usati con più o meno ironia, ma che esprimono perfettamente tutta la frustrazione che il calciomercato spesso e volentieri non fa altro che alimentare. E gli ultimi giorni di mercato? Quelli da sempre sono i peggiori per chi, come il Toro, prima del gong deve fare più attenzione a difendere i propri pezzi pregiati che a piazzare il colpo in extremis. La storia recente insegna: dalle cessioni "a peso d'oro" di Zappacosta, Maksimovic e Cerci, agli arrivi rivelatisi "deludenti" di Amauri e Niang. Negli ultimi anni le ore che concludono il mercato non sono viste di buon occhio dalla maggior parte dei tifosi granata. E con ragione. La sorpresa (o meglio, la beffa) è sempre dietro l'angolo certo, ma per società di medio/alto livello come il Torino che reinvestono una percentuale di quanto incassano è fondamentale racimolare un buon gruzzoletto prima di comprare. Anche per questa ragione spesso si aspettano le ultime settimane: perché calino le pretese dei venditori che hanno estremo bisogno di vendere e si alzino le offerte dei compratori che hanno estremo bisogno di acquistare. Nel frattempo prepariamo i pop corn, mettiamoci comodi e incrociamo le dita: l'ultima settimana di calciomercato è appena cominciata.