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Torino e Mihajlovic ancora insieme. A meno di crolli insostenibili

Il Fatto / Sarebbe un torto alla verità dire che al Torino la società sia contenta del rendimento della squadra

Gianluca Sartori

Sarebbe un torto alla verità dire che al Torino la società sia contenta del rendimento della squadra. Urbano Cairo, il numero uno granata, è da sempre convinto di aver fatto tutto il possibile per allestire un gruppo capace di lottare per l'Europa League. Ma venti punti in quindici giornate sono davvero un magro bottino per un Toro che, con Sinisa Mihajlovic, aveva messo l'Europa nel mirino già nell'estate 2016. Dopo un anno e mezzo, la squadra invece che migliorare regredisce. Meno punti rispetto allo scorso anno, meno gol fatti, più gol subiti. Il progetto del tecnico serbo vacilla, i numeri non sono dalla sua parte. Dopo la vittoria con il Cagliari e il pari con l'Inter, tutti si aspettavano una svolta vera, reale, invece Belotti e compagni sono tornati a balbettare, preda dei loro dubbi. Un Toro senza identità tattica precisa e troppo spesso poco deciso, che di questo passo non può mettere nel mirino un obiettivo prestigioso.

"ATTESA - Lo sa Mihajlovic per primo e lo sa Cairo, che tuttavia al momento conferma l'allenatore. A far propendere verso questa scelta potrebbero essere più fattori. Innanzitutto le negative esperienze del presidente con gli esoneri. Poi il fatto che l'Europa (rappresentata al momento dal settimo posto) è ancora lì, a portata di un punto, e in più molti giocatori (Niang e Belotti i casi più eclatanti) non hanno ancora dato quanto è nelle loro corde. Ecco perchè la svolta per ora dovrebbe attendere.

IL PUNTO - Già, perchè salvo crolli insostenibili, Mihajlovic rimarrà allenatore del Toro sino a giugno 2018, quando scadrà il suo contratto che, secondo i pronostici di oggi, difficilmente sarà prolungato. Fino ad allora, a meno di ripensamenti dovuti a situazioni irrecuperabili, Cairo confermerà Mihajlovic, anche perchè si tratta di un tecnico costoso (1.5 milioni a stagione) con al suo seguito un staff di dieci persone. Lazio e Napoli attendono al varco i granata, che dovranno dare risposte innanzitutto sul piano dell'atteggiamento, oltre che da quello dei risultati (sei squadre a distanza di un punto si stanno giocando il settimo posto). Ma la qualificazione europea non è ancora da escludere del tutto. Mihajlovic, dal canto suo, cercherà di mantenere viva la squadra sino alla fine. Quel che succederà a giugno, di questo passo, sarà un cambio di allenatore. Intanto, per ora, il club granata sceglie di restare al fianco del proprio tecnico.