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Torino formato trasferta: confronto impietoso con la gestione Mihajlovic

Focus on / Quello che nella gestione di Mihajlovic era un punto debole ora è un punto di forza

Silvio Luciani

C'era una volta il Torino double face allenato da Mihajlovic. Il primo anno del tecnico serbo alla guida del Toro viene ricordato sicuramente per l'incompiutezza di quella squadra, che segnava tanto ma subiva anche tanto. L'Europa non arrivò, soprattutto a causa dei risultati in trasferta. I granata, infatti, nella stagione 2016/2017, persero solo due partite in casa mentre ne vinsero solo 4 in trasferta. Ora la musica è cambiata e il Toro di Mazzarri è imbattuto in trasferta da ben 7 gare, in cui ha raccolto la bellezza di tredici punti.

NUMERI - Nello stesso periodo del 2016, il Torino raccolse solo 5 punti in trasferta, di cui 4 contro Pescara e Palermo poi retrocesse. Con la vittoria di Genova, invece, Belotti e compagni hanno raccolto 10 punti, lasciando per strada almeno 4 punti tra Udine e Bologna. Il distacco è evidente anche nella media punti che in questo scorcio di stagione è di 1,67, mentre nel 16/17 è di 0,83: esattamente la metà.

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MOTIVI - A fare impressione, però, non sono solo i numeri ma le prestazioni. Imporre il proprio gioco in casa come in trasferta è segno di personalità e solidità mentale, cosa che il primo Toro di Mihajlovic non aveva. La squadra di Mazzarri dà l'impressione di  voler sempre controllare il match, di essere compatta e quadrata: questa è un'impostazione che viene dalla gestione tecnico-tattica dello staff, oltre che dai giocatori. Un Torino imprevedibile ma instabile e inconsistente, ha lasciato il posto ad una squadra sicura di sé e dei propri mezzi, in grado di imporsi a prescindere dall'avversario o dal campo in cui si gioca: è questa la vera differenza tra il Toro di Mihajlovic e quello di Mazzarri.