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Torino, il nuovo mercato di Mihajlovic che non veste più Made in Italy

Strategie di mercato / I due tecnici granata hanno due concezioni di mercato diverse: il primo opta per gli italiani, il serbo invece per giocatori maturi

Raffaele Lima

"Con l'avvento di Sinisa Mihajlovic al Torino, sono tante le cose che sono cambiate in casa granata, soprattutto dal punto di vista del mercato, il quale, quest'anno, ha visto arrivare dei giocatori con profili - tecnici e anagrafici - completamente differenti da quelli degli anni passati, nei quali, l'allenatore in carica era il noto Giampiero Ventura.

"Due scuole di pensiero completamente diverse quelle di Ventura e Mihajlovic dal punto di vista del calciomercato e degli investimenti: il primo, è sempre stato solito comprare giocatori giovani e soprattutto italiani, con i quali, così, per l'allenatore ligure era possibile comunicare nella propria lingua e dunque interagire in prima persona. Il serbo, invece, ha sempre preferito comprare giocatori già maturi, esplosi e nel pieno della carriera, come Mirko Valdifiori, il quale calza a pennello il profilo ideale di Mihajlovic.

"Nella scorsa sessione di mercato estiva, quando in forza al Torino c'era ancora Ventura, la maggior parte degli acquisti erano di nazionalità italiana e con un profilo anagrafico molto verde: Belotti ad esempio, acquistato dal Palermo all'età di 21 anni; Baselli, preso dall'Atalanta e strappato alla concorrenza di tutte le big italiane all'età di 23 anni e, ultimo, ma non meno importante, Davide Zappacosta, il quale, al Toro, non ha ancora trovato la sua giusta dimensione. Tre giovani che, in maglia granata, hanno dato e daranno ancora tanto, soprattutto il Gallo, il quale è già esploso e si è già guadagnato la maglia azzurra della nazionale italiana. In questa sessione di mercato invece, Sinisa Mihajlovic ha acquistato degli italiani con un'età molto più avanzata: Rossettini dal Bologna a 31 anni, Valdifiori a 30 anni e De Silvestri a 28. Oltre a questi innesti di esperienza presi in "casa", il Torino ha acquistato anche dei giocatori stranieri di un certo spessore, come Ljajic o Iago Falque oppure Hart e Castan: tutti con la titolarità assicurata e che avranno un ruolo importante in squadra. Sarà questa la spina dorsale del nuovo Torino, delle fondamenta che non parlano del tutto italiano, ma che, malgrado ciò, daranno un grande contributo alla causa granata. Una filosofia del tutto differente, che però si incrocia a quella di Ventura nel bivio più importante, ovvero quello della voglia di vincere. E' cambiato tutto dunque all'interno del Toro, ma, allo stesso tempo, non è cambiato nulla: soltanto diverse strategie, che, si spera, portino a grandi risultati.