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Torino, Acquah capovolge la mediana: sarebbe servito prima e può servire ancora

Focus on / Il ghanese torna titolare dopo un girone ed è decisivo: dà equilibrio, tra brillanti percussioni e una tangibile copertura difensiva

Federico Bosio

"Che uno dei principali nervi scoperti del Torino in questa stagione fosse il centrocampo, non era un mistero: ed anzi la compagine granata ha troppo spesso sofferto esageratamente nel reparto centrale, apparso nel complesso davvero troppo 'friabile'. Il messaggio di Mihajlovic, nella conferenza stampa di presentazione, era stato altrettanto chiaro: proprio per sopperire a questo difetto continuamente in evidenze, contro l'Inter alcune pedine sarebbero cambiate per offrire allo scacchiere nel complesso una maggiore solidità ed in particolare una più spiccata grinta nonchè fisicità proprio in mediana. Ecco dunque, dopo un girone esatto, ritrovare la maglia da titolare Afriyie Acquah: il ghanese si è rivelato una delle chiavi tattiche assolute della partita.

"L'ultima presenza dal primo minuto del centrocampista risaliva proprio alla decima giornata, nella sfida d'andata disputatasi a San Siro in un turno infrasettimanale; una prestazione poco brillante da parte di tutti i granata, compreso il ghanese. Nel complesso ad ogni modo Acquah non è mai rientrato tra le prime scelte del tecnico serbo, che prima di ieri gli aveva concesso solamente 12 gettoni in questo campionato, principalmente a partita in corso. Ed invece contro i meneghini proprio l'ex Parma è stato assolutamente decisivo, in quella che è stata forse la sua miglior partita in maglia granata: un ritorno alla maglia da titolare che sa di puro rimpianto, osservando la prestazione offerta ieri pomeriggio, per quanto riguarda il contributo che avrebbe potuto fornire alla causa nel corso dell'intera stagione - periodo di Coppa d'Africa ovviamente escluso. Soprattutto, visto e considerato il recente calo di Marco Benassi, che nelle ultime partite è parso l'ombra del giocatore ammirato nel girone di andata.

"Il Torino non è riuscito a vincere, ma una perla sigillata proprio dal ghanese aveva regalato il momentaneo vantaggio al termine di un magnifico contropiede che era partito proprio dai suoi piedi. Ma al di là della marcatura personale, i meriti della mezzala sono ben più massicci: nonostante la lunga panchina assaggiata, non si è fatto trovare impreparata o arrugginita ed ha preso in mano le redini del centrocampo sfornando una prova da vero leader, e risultando determinante sotto tutti i punti di vista. Tanta ed innegabile la fisicità e la sostanza offerta alla linea mediana, che non ha ovviamente potuto fare a meno di beneficiarne e proprio questo maggiore peso ha influito nettamente sull'andamento dell'incontro e soprattutto sulle azioni a disposizione dei padroni di casa: decisamente più elevato del solito il numero di palloni recuperati, nettamente più costante ed efficace il pressing portato sugli avversari.

"Un certosino lavoro di copertura difensiva arricchito da brillanti percussioni personali offensive. Certo, è indubbio, qualche apertura sbagliata di troppo c'è stata ed il fraseggio o l'impostazione restano le maggiori lacune del centrocampista, che non si è trasformato in giocatore fenomenale nel breve volgere di una partita. Nonostante questo si è rivelato fondamentale ed ha cambiato volto alla linea mediana, capovolgendo di fatto l'intera manovra del Torino. E c'è da apprezzare la reazione d'orgoglio di un giocatore che si è fatto trovare pronto al momento giusto, convincendo molti - Mihajlovic in primis - di poter ancora tornare utile a questo Toro, nelle ultime nove partite della stagione ma anche per la prossima stagione, che per forza di cose occorre iniziare a programmare già da oggi.