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Torino-Juventus, Ormezzano: “Derby? Si sa da che parte tira il vento…”

ESCLUSIVA TN/ Lo storico giornalista: "La Juve è amica degli dei e pure quest'anno ci fregherà. Il derby che ricordo con maggior piacere? E' quello del 1956 e vi spiego il perché...".

Marco De Rito

Il derby è sempre il derby, è la partita più attesa della stagione e per il tifoso granata ha sempre avuto una particolare importanza. Non è dello stesso parere però Gianpaolo Ormezzano, storica penna granata, che ai nostri microfoni racconta le sue emozioni e le sensazione che prova prima di questa stracittadina che ormai sembra aver perso il fascio di un tempo...

Gianpaolo Ormezzano, domenica si gioca il derby della Mole. Che tipo di partita si aspetta tra Torino e Juventus?

"Io so solamente che ci fregheranno, come sempre! Il modo in cui lo faranno è tutto da vedere ma questa è l'unica cosa di cui sono certo riguardo la partita di domenica".

Secondo lei, quindi, dopo vent'anni e tanti bocconi amari la ruota non girerà dalla parte del Toro?

"Settimana scorsa ho assistito all'indifferenza totale per un rigore fasullo regalato ai bianconeri, grazie al quale hanno battuto il Monaco. Non è che non si può vincere ma la Juventus è di un'altra sfera di amicizia con gli dei. Non c'è niente da fare ma a me poco importa ormai...".

Domenica vedremo lo stadio quasi tutto granata, può rappresentare una motivazione in più per Glik e compagni?

"Io ne ho visti tanti derby nel quale tutto lo stadio era dipinto di granata e anche al Comunale. Secondo me, però, basarsi sul fattore campo è una diminuzione, in quanto o non esiste perché parliamo di professionisti che non hanno certo bisogno di essere incoraggiati dal pubblico per fare bene dato che sono pagati in maniera vergognosa per dare tutto. Il fattore campo, al massimo può servire per intimidire l'avversario. Antonio Conte, che la sapeva lunga, chiedeva sempre di riempire lo stadio per intimidire le squadre che giocavano allo Juventus Stadium ma i tifosi molte volte riescono ad intimidire anche l'arbitro di conseguenza, se ci si basa sul fattore campo, vince chi ha il pubblico meno sportivo".

Che emozioni prova lei nella settimana antecedente al derby?

"Sinceramente nessuna. Ne ho visti tanti ed adesso ho otto nipoti e lascio emozionarsi loro per me. Il punto è che neanche loro sono stupidi e hanno capito da che parte tira il vento e di conseguenza non si emozionano neanche loro...".

Cosa rappresenterebbe per la piazza granata tornare a vincere contro la Juventus dopo tanti anni?

"Il Toro ormai si è costruito con tanta pazienza una forza, una stabilità ed una dignità di squadra in cui può anche lasciar perdere la stracittadina. Avrò detto una bestemmia ma ormai io ho perso ogni emozione per questa partita".

Quale stracittadina ricorda con maggiore amarezza e a quale è rimasto affezionato?

"Il derby che mi ha deluso di più è stato l'ultimo, sia per il gol di Pirlo a tempo scaduto si anche perché è sempre l'ultimo a deludermi di più in quanto il ricordo è ancora vivo. Il derby più affascinante, per me, non è stato quello del 3-2 come sarebbe facile dire ma quello giocato nel 1957, disputato a pochi giorni dalla morta di mio padre nel quale il Toro trionfò per 4-1 e a me sembrava un regalo della squadra granata a mio papà. Aneddoti? Ce ne sono tanti dato che, da bambino, ero il vicino di casa di Boniperti ma sono ricordi che preferisco tenere dentro di me".