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Torino, la Samp asfissiata dal pressing: il segreto è a centrocampo

Approfondimento / Applicazione, tempi giusti e spirito di sacrificio: ecco come Mazzarri ha imbrigliato la Sampdoria

Nicolò Muggianu

È un Torino che ha lasciato senza fiato quello che domenica pomeriggio ha vinto dominando a Marassi. Una vittoria su un campo difficile, che in Serie A mancava da oltre vent'anni (dal 1993). Ma quali sono le fondamenta tattiche dell'1-4 portato a casa contro la Sampdoria? La sensazione è che il progetto intrapreso da Mazzarri, già intravisto contro Bologna e Fiorentina, sia stato portato finalmente a pieno compimento. Un pressing costante e per così dire "mirato", che ha messo in difficoltà la squadra di Giampaolo proprio nella fase cruciale del gioco: la costruzione della manovra.

CENTROCAMPISTI - "Corriamo meno degli altri, ma corriamo meglio". Mazzarri aveva anticipato così, seppur a modo suo, il piano di gioco previsto per il match contro la Sampdoria. Un approccio diretto, per certi versi già visto contro Bologna e Fiorentina, basato su un accentuato pressing collettivo a tutto campo. Affinché un piano partita del genere dia i suoi frutti però è necessario un movimento "armonico" da parte di tutti gli undici in campo. A partire dagli attaccanti, fino ai difensori. A giocare il ruolo cardine è però il centrocampo: tutti i cinque elementi che compongono il reparto (esterni e mezze ali in particolare) devono coordinarsi continuamente, muovendosi come un elastico e cercando di evitare di far saltare la prima linea di pressing; causando così una probabile superiorità numerica a favore dell'avversario.

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ESTERNI - Un ruolo chiave lo hanno giocato senza dubbio anche gli esterni: chiamati a un triplo lavoro di pressing, ripiegamento e proposizione. Un lavoro che richiede un enorme dispendio di energie psico-fisiche e che non dà i frutti visti in campo se non è eseguito con la massima attenzione. Anche per questo Mazzarri può dirsi soddisfatto: Aina e De Silvestri prima, e Berenguer poi sono stati in grado di eseguire alla perfezioni tutte e tre le fasi. Un esempio? Un solo gol subito (su calcio da fermo) e ben due dei tre assist complessivi arrivati proprio dalle corsie laterali (uno da De Silvestri e uno da Aina). Una netta inversione di tendenza rispetto alle gare precedenti, in cui il Torino aveva faticato parecchio nella creazione di occasioni pericolose provenienti dalle fasce laterali. Ora servirà trovare continuità; con la consapevolezza che con l'applicazione da parte di tutti, una prestazione come quella vista a Genova potrà essere replicata in futuro.