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Torino, l’evidenza è nei numeri: Belotti-Ljajic è l’asse da cui ripartire

Il punto / Il feeling tra i due gioielli granata è ormai innegabile: sono otto gli assist forniti al Gallo dal serbo, che ora merita più spazio

Federico Bosio

"In qualche modo, una settimana fa il Torino è uscito ridimensionato dalla sfida interna contro la Fiorentina: un ko - subito tra le mura amiche - che  ha aperto ulteriori ferite, interrogativi, delusioni; non tanto o meglio non solo per il risultato, ma piuttosto per l'andamento dell'incontro. Un match che ha tuttavia fornito evidenti segnali, e non soltanto in negativo. Se c'è un fattore che tra tutti è emerso, chiaro e lampante, questo non può che essere il peso specifico che Adem Ljajic ha all'interno di questo Torino ed in particolare il feeling che, sul campo, il jolly serbo possiede con Andrea Belotti. Due pezzi da novanta di questa rosa granata, i due principali gioielli, che quando utilizzati in coppia si trasformano. O meglio, è proprio Ljajic a trasformare il Gallo e proprio la sfida contro i viola ne è stata l'ultima, evidente, dimostrazione: il trequartista è entrato al 74' minuto, e di minuti gliene sono bastati 12 per fare la differenza.

"Su calcio di punizione, il serbo ha pennellato una traiettoria al bacio per Belotti che, al volo, ha colpito nel segno andando a realizzare la sesta rete in questo campionato nonchè la marcatura per il momentaneo pareggio. La prodezza su calcio piazzato non offuschi però quanto già era emerso precedentemente: non è infatti un caso che il Torino tutto avesse cominciato a giocare con un ritmo, un intensità ed una qualità completamente differenti proprio dall'ingresso in campo del numero 10, che oltre a rivitalizzare un attacco fino a quel momento abulico ha messo in mostra un'altra - determinante - capacità. Quella di "rianimare" proprio lo stesso Belotti, sul piano del gioco. Il feeling tra i due compagni sul rettangolo verde non è, comunque, novità: con quello sopra citato sono infatti otto gli assist che Ljajic ha fornito al Gallo nelle ultime due stagioni, ovvero sia dall'approdo del primo in maglia granata.

"Il segnale è quindi arrivato forte e chiaro, e lo stesso Mazzarri non può - a questo punto - combattere contro un'evidente troppo abbagliante: è da questo asse che il Torino deve ripartire, perchè in questa formazione non è presente un altro giocatore in grado di dialogare calcisticamente con Belotti nella stessa maniera in cui lo fa il duttile serbo. Sino a questo momento, Ljajic è stato utilizzato con il contagocce dall'approdo del nuovo tecnico sulla panchina granata. I fatti però parlano chiaro, e privare ulteriormente il capitano e l'intera squadra di tanta qualità appare ad oggi una prospettiva per lo meno masochistica: non si può rinunciare ad un'intesa come quella che i due gioielli granata hanno sviluppato in queste due stagioni. La duttilità del numero 10 gioca tra l'altro a favore del tecnico, poichè non vincola ad alcun modulo: lo schema utilizzato non dovrebbe giocoforza allontanarsi dalla filosofia tattica di Mazzarri, che potrebbe anche affidarsi al 3-5-2 suo marchio di fabbrica. L'importante, è che il Torino riparta dall'asse Belotti-Ljajic; un punto di forza di cui non può fare a meno.