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Torino, Mazzarri all’esame Sampdoria: “Non si può e non si deve giocare per il pareggio”

Verso il match / Il tecnico toscano suona la carica in conferenza stampa: "O mi si chiede di fare esperimenti o mi si chiede di fare punti"

Nicolò Muggianu

Sampdoria-Torino non è mai una partita come le altre, ma quello che andrà in scena domani sera allo Stadio Luigi Ferraris sarà un vero e proprio esame di maturità per entrambe le squadre. Da una parte c'è la squadra di Giampaolo che, dopo la convincente vittoria dell'Olimpico contro la Roma, vuole tornare a far gioire i suoi tifosi anche tra le mura di Marassi. Dall'altra il Torino che, dopo aver racimolato 7 punti nelle ultime tre gare, non vuole perdere il treno che porta direttamente al settimo posto. L'obiettivo delle due formazioni è ben chiaro ormai da tempo: l'Europa League. Due squadre separate da 5 punti e quattro posizioni in classifica ma che, in caso di vittoria granata, riaprirebbero completamente i giochi.

Insomma, se non uno dei match dal maggior peso specifico dell'intera stagione poco ci manca. In palio per il Torino non ci sono soltanto tre punti che possono valere doppio, ma anche la possibilità di mettersi alla prova e tentare di trovare certezze contro una squadra solida e con automatismi di gioco ben consolidati. Mazzarri è pronto, e dovrà esserlo anche la squadra: “Andiamo in uno stadio dove il fattore campo finora ha fatto la differenza - ha esordito il tecnico toscano nella conferenza stampa di ieri (LEGGI QUI) -. Noi dobbiamo migliorare la prestazione fatta col Benevento, per riportare un risultato positivo. In settimana abbiamo lavorato bene, provando varie soluzioni, speriamo di farle vedere al meglio domani".

Servirà concentrazione, voglia e grinta: "Noi dobbiamo sapere che ci sono due fasi - ha continuato Mazzarri - fase attiva e fase passiva. Quando la palla ce l’hanno gli altri, non dobbiamo concedere fisicamente, sulle seconde palle e sui rimpalli. Questo non deve succedere, ci vuole maggior decisione. Non si può e non si deve giocare per il pareggio: questa è la mentalità che serve per diventare grandi. Prima bisogna essere concreti e pensare a vincere le partite”. Insomma, il messaggio è chiaro: oggi più che mai, prima di qualsiasi altra cosa, sarà fondamentale il risultato. Ma con le dovute precauzioni: “Io sono il primo a cui piacerebbe mettere dentro tutti i giocatori forti. Ma ovviamente devo pensare ai risultati, e ad avere un equilibrio di squadra. Avete visto che abbiamo rischiato anche con il Benevento di subire gol. Il bel gioco deve coincidere con i risultati. Idee per fare giocare tanti attaccanti insieme ne ho, ma o mi si chiede di fare esperimenti o di fare punti".

Ma il Torino, è evidente, ha ancora qualche limite. Non è facile per la squadra assimilare in meno di un mese i dettami tattici di un nuovo mister. È altrettanto vero però, che per vincere a Marassi servirà un Toro completamente diverso da quello visto contro Bologna, Benevento e soprattutto Sassuolo. Proprio contro i neroverdi i granata hanno registrato la peggiore prestazione dell'era Mazzarri: "Abbiamo creato poco su situazioni di gioco, mi sarei aspettato di più".

Ora tocca a loro dunque, in una partita che può essere uno snodo cruciale della stagione. Il mercato intanto si è chiuso senza botti in entrata, ma il tecnico toscano non ha intenzione di piangersi addosso: “Se tu hai in rosa giocatori affidabili (e abbiamo fatto due vittorie e un pari fuori casa) non c’è bisogno di fare rivoluzione. Non c’è da mettere in campo i giocatori solo perché hanno un nome e un cognome...".