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Torino-Napoli 0-5: la filosofia di Miha stavolta porta alla disfatta

Focus on / Il tecnico serbo perde il duello in panchina con il collega Sarri ed è ora al banco degli imputati per il netto 0-5 finale

Nicolò Muggianu

Se il Torino ha "fatto la frittata" contro il Napoli - subendo 5 gol in casa - il "merito" va attribuito in buona parte anche a Mihajlovic: colpevole di aver compiuto alcune scelte tattiche e di uomini rivelatesi alla prova dei fatti inadeguate alla partita e all'avversario. Il tecnico granata che - a causa della squalifica rimediata nel derby della Mole - è stato costretto fuori dal terreno di gioco, pare infatti aver trasmesso la propria "condizione" anche ai suoi ragazzi: mai realmente entrati in campo e spaesati per tutti i 90'. Le scelte del mister questa volta sono state pesanti e hanno influito negativamente sul risultato. E' vero, non era facile sostituire lo squalificato Moretti, vero e proprio "Highlander" della difesa granata, che - nonostante l'età - continua a essere tra i leader carismatici di questa squadra. L'out di sinistra è stato però impietoso: Carlao, Molinaro e Boyè sono stati infatti "presi in mezzo" in più occasioni da Allan, Callejon e Hysaj che - da quel lato del campo - hanno fatto il bello e il cattivo tempo. In particolar modo il centrale brasiliano ha messo in mostra tutti i suoi limiti tecnico-tattici dimostrando di non essere ancora in grado di sostenere match dal ritmo frenetico in cui gli avversari conducono i giochi portando un pressing asfissiante. Anche Molinaro - che pur era stato tra i migliori in campo contro la Juventus - non è parso al meglio, perdendo di vista in più occasioni uno scatenato Callejon autore di due reti e un assist.

La scelta più rivedibile è stata forse però quella del modulo. Col senno di poi è più facile giudicare, e si sa: ma schierare un 4-2-3-1 privo di fisicità in mezzo al campo contro questo Napoli è parso un "suicidio" annunciato. La squadra di Sarri infatti ha dominato in lungo e in largo facendo valere la superiorità numerica e tecnica nel cuore pulsante del gioco. Vista la squalifica di Acquah, la coppia scelta per l'occasione è stata quella di Baselli e Benassi. I due giocatori, che mai avevano giocato assieme in un centrocampo a due interpreti dal 1', hanno dimostrato ancora una volta di non essere perfettamente compatibili peccando in quel coefficiente di fisicità che forse il solo Obi avrebbe potuto offrire in assenza del ghanese. Se Baselli ha messo in campo la solita buona prestazione, ecco invece che il capitano granata ha arrancato, confermando - aldilà delle difficoltà dovute all'assenza di ritmo-partita - di essere una mezz'ala pura e di non trovarsi perfettamente a proprio agio in un centrocampo a due. La soluzione migliore sarebbe potuta forse essere un più equilibrato 4-3-3 o un 4-3-1-2 in grado di conferire maggiore copertura e sicurezza al Torino, contro la squadra che gioca forse il più bel calcio della Serie A: in tal modo, perlomeno, a centrocampo la parità numerica sarebbe stata garantita. Una formazione volta a sfidare gli azzurri a chi gioca il migliore calcio offensivo non è sembrata la migliore delle idee, a conti fatti: il voler giocare sempre con quattro giocatori offensivi per vincere e convincere ha finito per infrangersi contro il muro di un Napoli che gioca appunto il miglior calcio offensivo d'Italia.

 TURIN, ITALY - APRIL 29: FC Torino head coach Sinisa Mihajlovic reacts during the Serie A match between FC Torino and UC Sampdoria at Stadio Olimpico di Torino on April 29, 2017 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Se a più di qualcuno sono parsi strani anche i cambi a partita in corso (Gustafson per Benassi e Iturbe per Boyè), ha probabilmente ragione Lombardo quando dice che qualunque sostituzione sarebbe stata inutile. Perchè il Torino è parso scarico e spento: simbolo del fatto che il derby ha tolto tutte (o quasi) le energie psico-fisiche della squadra di Mihajlovic, arrivata a giocarsela contro il Napoli senza motivazioni. Ciò che pare preoccupante infatti, non è tanto la prestazione in sè, ma piuttosto quello spirito arrendevole mostrato dai giocatori che hanno trasformato il Torino in una vittima sacrificale del Napoli sull'altare della corsa al secondo posto. I partenopei infatti - oltre alle maggiori doti tecniche - hanno messo in campo più voglia e determinazione, riuscendo così a schiacciare un Toro inerme. Mihajlovic dunque, dopo essere stato esaltato dai tifosi in occasione del derby, torna ora sul banco degli imputati: perchè una figuraccia così non può passare inosservata...