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Torino, quanto lavoro per Mazzarri: il mercato per aiutarlo

Il punto / Condizione fisica, mentale e modulo di gioco: il tecnico ha ereditato una squadra in difficoltà

Gianluca Sartori

"Il Toro fa fatica. Per carità, inopportuno che ora ci si stracci le vesti, come non c'era da esaltarsi per il 3-0 ad un dimesso Bologna. Ma il pareggio di Reggio Emilia sta stretto a Iachini; Mazzarri, invece, si è reso conto di quanto grande sia il lavoro che lo aspetta per far rendere questo Torino al meglio delle sue possibilità. Il tecnico toscano ha ereditato una squadra lasciata da Mihajlovic in grandi difficoltà. Un compito reso difficile dal fatto che, arrivato al timone da meno di venti giorni, il tecnico non ha tempo e modo di sbagliare, con il campionato che incalza e propone una corsa per il sesto/settimo posto allargata a sette squadre.

"CONDIZIONE FISICA - E' innegabile che il Toro sia apparso decisamente sulle gambe, a un certo punto della partita contro il Sassuolo. Un po' per le gambe imballate dopo il ritiro di tre giorni con sedute da due allenamenti, certo; ma probabilmente la questione è una condizione fisica generale non su grandi livelli. Non era un caso se, sotto la guida di Mihajlovic, questo Toro è sempre stato tra le ultime squadre di Serie A come chilometri percorsi, un dato certamente significativo. Mazzarri non lo dice: "Non voglio assolutamente giudicare il lavoro di chi mi ha preceduto". Ma il messaggio sembra eloquente: "E' difficile uniformare la condizione fisica della squadra in poco tempo".

"CONDIZIONE MENTALE - Dopo il piccolo ma percepibile calo di concentrazione visto contro il Bologna, ripetutamente sottolineato da Mazzarri, a Reggio Emilia è tornato a vedersi un Toro incapace nel mantenere un vantaggio conquistato. Un problema che si era già palesato più volte con Mihajlovic in panchina: i granata vanno in difficoltà quando sono in vantaggio, gestendo male il momento di massimo sforzo di una squadra avversaria che cerca di recuperare il risultato. Ce ne vorrà di tempo, per restituire al gruppo sicurezza e personalità.

IL MODULO - Mazzarri si è confermato un grande fan della difesa a 3, ricorrendovi già alla sua seconda partita da allenatore del Torino. "Voglio una squadra in grado di cambiare pelle a gara in corso", ha già detto e ripetuto il tecnico granata. Dunque, il progetto appare quello di sfoderare una squadra in grado di passare indifferentemente dal 4-3-3 al 3-5-2. Due moduli di gioco che sono attuabili entrambi, anche con questa rosa, perchè le risorse tecniche ci sono. Obiettivo ambizioso: Mazzarri ha preso in corsa una squadra senza identità e ora gliene vuole dare due diverse. Per il tecnico toscano è una sfida grande: di certo la società può e deve aiutarlo, con l'acquisto a centrocampo che serve. Ci sono dieci giorni per centrare quello giusto.