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Torino: un’assenza di soddisfazioni già messa in preventivo

ROME, ITALY - FEBRUARY 19:  Edin Dzeko of AS Roma celebrates after scoring a goal during the Serie A match between AS Roma and FC Torino at Stadio Olimpico on February 19, 2017 in Rome, Italy.  (Photo by Luciano Rossi/AS Roma via Getty Images)

Il punto / Tra scelte del mercato di gennaio, infortuni, poche motivazioni e mancanza di organizzazione: perdere queste partite è nell'ordine delle cose

Gianluca Sartori

Partiamo da un presupposto, semplice quanto difficilmente contestabile: che il Torino di oggi perda per 4-1 in casa della Roma attuale, è un risultato nell'ordine delle cose.

"Ha ragione Mihajlovic, che quando parla è sempre sincero e diretto: "c'era da aspettarsi una sconfitta". La qualità della rosa a disposizione di Spalletti è di molto superiore a quella granata, e bastava dare un rapido sguardo alla distinta della gara per rendersene conto. Il gap tecnico tra il Toro e formazioni come la Roma c'era da inizio campionato - la vittoria dell'andata fu il match migliore della stagione del Torino, che sinora non si è più ripetuto su quei livelli - e persiste tuttora, specie dopo un mercato di gennaio che le alte sfere del Torino hanno deciso di saltare a piè pari (o quasi), ritenendo a torto o ragione che, per come si era messa l'annata, non fosse strettamente necessario apportare dei veri miglioramenti alla rosa.

"A questo dobbiamo aggiungere che il Toro non si presentava a Roma nelle migliori condizioni. De Silvestri centrale di difesa per la prima volta, Zappacosta al rientro da un infortunio, un esordiente (di ottimo livello) come Lukic in cabina di regia. Gli infortuni non dovrebbero mai essere un alibi, ma sono pur sempre un fattore di cui bisogna tenere conto.

"Si dirà che alle carenze tecniche e agli infortuni si può ovviare con organizzazione e cattiveria. Due doti che però non sono il punto forte di questo Torino, e non lo scopriamo oggi. L'equilibrio e l'accortezza non sono proprio lo spartito preferito della squadra di Mihajlovic. In fase difensiva ci sono grosse lacune, sia nelle marcature che nelle letture di gioco, e i numeri lo confermano. Il tecnico granata non riesce a cambiare il trend e non sta dando molti argomenti per ribattere a chi lo critica dal punto di vista della preparazione tattica della squadra.

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"Infine, la poca cattiveria. Tre gol della Roma sono arrivati su seconde palle: chi ci è arrivato per primo? Sempre un giocatore giallorosso. E qui non è questione di qualità tecnica. Non solo. Anche in fase offensiva, all'Olimpico il Toro ha macinato un buon possesso palla e buone idee per alcuni tratti della partita, peccando però di determinazione e cinismo nel compiere l'ultimo passaggio. Chissà che non vi sia di mezzo anche un problema di "appagamento": non dovrebbe succedere, i calciatori fanno il mestiere più bello del mondo. Ma inconsciamente accade ai giocatori che sentano il fatto che, a livello di squadra, non ci siano più obiettivi di classifica.

"Per un mix di questi fattori, dunque, era ampiamente preventivabile una sconfitta in casa della Roma. Per come è avvenuta, però, rafforza la sensazione che questo Toro non sia ad oggi in grado di regalarsi delle soddisfazioni vere - come dei "colpacci" in casa di squadre più forti, per l'appunto - in una stagione che sembra destinata a concludersi tra i consueti alti e bassi, senza squilli significativi. Ai granata il compito di smentirci e smentirsi, proprio nel prossimo turno di campionato, in casa della Fiorentina.