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Toro, anche Junior consiglia Verissimo: “È un giocatore di talento”

Leo Junior al Museo del Toro (foto Chirico)

Le voci / Le parole del brasiliano alla Gazzetta dello Sport nel giorno del suo 64° compleanno

Redazione Toro News

"Per molti tifosi del Torino è rimasto "O'Maestro". Uno di quei talenti cristallini che non può passare inosservato, un giocatore talentuoso ed estroverso arrivato nel calcio europeo forse con qualche anno di ritardo. Stiamo parlando di Leo Junior, che nel giorno del suo 64° compleanno ha parlato così ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Seguo il Toro anche dal Brasile, anche se lo seguo più sui giornali che in tv. E a parlarmene sono anche i miei amici italiani. Il granata è sempre nel cuore, idealmente non posso allontanarmi dal Toro: è il marchio della mia vita, mia figlia Juliana è nata all’ospedale Sant’Anna di Torino".

"Il legame con il Torino e i colori granata è più forte che mai. Anche per questa ragione, il brasiliano ci tiene a dare qualche consiglio alla società che negli ultimi mesi sta seguendo Lucas Verissimo. Un giocatore che Junior, grande intenditore del calcio verdeoro, conosce molto bene: "Verissimo è un difensore che ha fatto vedere ottime cose fin dalle giovanili del Santos. Poi, in prima squadra, si è subito messo in luce e sarà un bel colpo perché so che è stato corteggiato da molte squadre in Europa. È alto, forte di testa, ma è anche piuttosto veloce. Tecnicamente è bravo, tatticamente è duttile: può essere schierato in una difesa a quattro o a tre, tanto a destra quanto a sinistra". Un altro giovane brasiliano che i tifosi granata aspettano di vedere all'opera è Lyanco: "Quest’anno ha avuto problemi fisici, ma per lui vale il discorso fatto per Verissimo: nell’Under 20 del San Paolo sembrava uno di quelli che poteva arrivare in fretta in Nazionale. Da noi è stato subito paragonato a Marquinhos. A Lyanco consiglio di recuperare senza fretta: il tempo è dalla sua parte".

"Tra presente, passato e futuro i ricordi che affiorano quando Junior pensa ai colori del Torino sono ancora nitidi: "Ho vissuto tre anni eccezionali: nessuno pensava facessi ciò che sono riuscito a fare, ma sono stato aiutato da un ambiente fantastico e da tanti amici. Un episodio emblematico? Novembre 1984, il derby vinto al 90’: volevo fare le capriole in campo ma non ebbi il coraggio. E poi il giorno del Centenario, con l’emozione di entrare in campo con Pulici".