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Toro, come diceva Bob Dylan: ”Accendi un altro fiammifero…”

Accordi granata / La rubrica di Nikhil Jha: cos'avranno in comune una canzone del celebre cantautore con la sconfitta di Marassi?

Redazione Toro News

"Se avessi iniziato a scrivere il presente pezzo nei 10 minuti successivi all'incontro di Genova, probabilmente non mi sarebbe venuto in mente nient'altro che il Requiem di Mozart. 5 gol al passivo, poche idee, una squadra stanca, fisicamente ma soprattutto mentalmente, come ha dimostrato l'incapacità di reagire alla punizione fortunosa di Tino Costa che ha portato i rossoblù sul 2-1, proprio mentre la nave granata sembrava aver trovato la giusta rotta per completare la rimonta dopo il pareggio di El Kaddouri. Invece è calata la notte sulla partita e sulle ambizioni granata, visto che all'umiliazione dei 3 gol subiti dall'87' in avanti si è aggiunta una classifica ben più che ostica: il sesto posto a 6 punti, tre squadre da sorpassare, a tre giornate dall'arrivo. Insomma, più che di un miracolo ci sarebbe bisogno proprio di un'investitura divina.

"D'altronde, un simile crollo era più che prevedibile per una squadra che ha iniziato la preparazione estiva quando ancora i colleghi erano nel pieno delle loro vacanze, e che ha giocato la prima partita ufficiale il 31 luglio, ad un mese dall'inizio del campionato. Inoltre, paradossalmente, sembra che a sfinire le energie della banda di Ventura sia stato proprio il successo nel derby, dopo il quale (Palermo a parte, quando i ragazzi ne erano ancora galvanizzati) il Toro sembra aver perso l'energia necessaria per proseguire la rimonta europea.

"Il Requiem di Mozart, dicevo. Morte e disperazione. Poi, per fortuna, nella mia mente si sono illuminate tutte quelle immagini che hanno fatto di questa stagione un anno memorabile, ricordandomi che questi ragazzi sono solo da elogiare e ringraziare per le gioie che ci hanno regalato, da Bilbao al derby, passando per San Siro.

"E allora lasciamo la morte dell'animo agli altri. Preferisco lasciarvi un capolavoro malinconico del grande Bob Dylan: “It's All Over Now, Baby Blue” (brano in chiusura di Bringing It All Back Home, 1965). Ciò che per lui era l'addio al mondo del folk, all'inizio della sua “svolta elettrica”, per noi oggi è il saluto pressoché definitivo agli ultimi sogni d'Europa. E Dylan chiude l'album cantando così: <<Accendi un altro fiammifero, ricomincia da capo: ora è tutto finito, mia triste piccola>>. Forza, nostro triste Toro. Ricomincia. Ancora una volta.