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Toro: il 17 ottobre, al Filadelfia, con gli occhi di mia madre

Torogiornate di Tommy / La maledetta interrogazione di greco, la cocciutaggine di una donna e il suo amore per il color granata. E poi il mio compleanno...

Redazione Toro News

"17/10/2015, ore 3 del mattino: compio 16 anni. Il mio regalo più bello? Domanda dalla risposta ovvia: la prima pietra del Fila! Nota negativa di questa giornata? Io non potrò esserci, il sabato c’è scuola, per di più, il sabato, il professore di greco interroga.

"17/10/2015, ore 5 del mattino: mamma si alza. Abbiamo insistito tutti affinché non lo facesse. Le abbiamo detto di dormire almeno una mattina la settimana, di riposarsi. Le abbiamo garantito che qualcuno, tra i presenti, le avrebbe inviato foto e video dell’evento. Non ci ha ascoltato. Niente da fare. La sua cocciutaggine rasenta la follia.

"Da quando è tornata a farsi sentire la Bestia (chiamiamo così la malattia di mamma, maledettamente invalidante) la nostra vita è cambiata. Ognuno di noi ha dovuto rendersi conto che la mamma onnipresente non potrà più fare molte cose. Eppure sabato, malgrado mille inviti, raccomandazioni, esortazioni a rimanere coricata… eccola alzarsi, con il suo nuovo ritmo lento, anzi, lentissimo. Senza svegliare nessuno, senza disturbare nessuno… dalle 5 alle 07.30 per riuscire a lavarsi e vestirsi, così come oramai fa tutte le mattine. L’appuntamento di sabato, però, non era quello quotidiano (scuola figli + lavoro). L’appuntamento di sabato era speciale. Unico ed irrinunciabile.

"Dopo avermi lasciato a scuola, infatti, è partita in direzione Torino: prima pietra del Fila. Sapeva che per lei sarebbe stata una giornata pesantissima, senza sosta, perché alla mattina c’era il Fila, ma alla sera ci sarebbe stata la partita. Sapeva che sarebbe stato quasi impossibile arrivare sulle gambe alla serata, ma niente e nessuno l’ha fermata. Sapeva che di lì a qualche ora avrebbe sentito il dolore sempre più forte, che la paura, il panico, il terrore avrebbero potuto prendere il sopravvento… ma neanche questa consapevolezza l’ha spaventata.

"E così, la mia mamma, insieme ad altri 10.000 corpi e ad infinite anime granata, era presente. Come lei, con problemi gravi di salute, sono certo, anzi, sicurissimo, ci fosse davvero tanta altra gente. Chi con il bastone, chi con la sedia a rotelle, chi, chi con l’ossigeno, chi con l’insulina nello zaino, chi con la badante, chi con la tata, da 0 a 100 anni, chi poteva, non mancava.

"Qualcuno si è sentito male durante la cerimonia; qualcuno, addirittura, ci ha lasciato qualche ora più tardi (CIAO TURET!). Qualcuno sentiva freddo, qualcuno aveva caldo. Tutti con gli occhi al cielo, come se a parlare, a fare, ad organizzare la giornata, fossero stati gli Invincibili. Tutti di nuovo con gli occhi al cielo, ringraziando per questo ricongiungimento. Il Cielo e la Terra. Il popolo granata tornava a casa, tornava alla sua terra, tornava sotto il suo cielo. Le gambe tremavano, le lacrime scendevano, i cuori battevano. Improvvisamente caldo e freddo sparivano, spariva il dolore, la stanchezza, il peso dell’età; i bimbi non facevano capricci, i ragazzi non facevano casino, le donne non spettegolavano e gli uomini non si lamentavano…

Sciarpe in alto, silenzio, commozione, le note di una canzone, il profumo della casa ritrovata… erano questi gli unici protagonisti di una giornata fantastica.

"Io, insieme ad alcuni amici, arrivavo soltanto più tardi, terminata la scuola… Pensavo di trovare mamma stanca, distrutta, dolorante. Invece aveva una nuova energia ritrovata, gli occhi ancora lucidi e gonfi di felicità. Un anestetico perfetto, una medicina favolosa… la felicità!

"Sabato mattina, i granata, hanno bevuto il loro sorso di felicità! Più buono di qualunque partita vinta. A questo proposito, perdonatemi, non scriverò nulla di Torino – Milan. Non lo farò… Dopo il 17 mattina, nessuna serata sarebbe potuta essere all’altezza… Ed un pareggio semi-deludente, è… e rimarrà sempre… un piccolo dettaglio di un giorno storico, di un giorno SACRO.

"Tommaso Freni