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Toro, la fase difensiva è horror. Ma la colpa non è solo dei difensori…

Approfondimento / Troppe occasioni concesse e troppi gol subiti: la fase difensiva granata fa acqua da tutte le parti. Ma non tutta la colpa è da attribuire ai difensori...

Nicolò Muggianu

Cambiando gli interpreti il risultato non cambia, e se lo fa non è abbastanza. I numeri della difesa granata infatti sono tutt’altro che rassicuranti: i 40 gol subiti (1,6 di media a partita) in 25 giornate di campionato mettono in evidenza il problema più lampante di questo primo Torino di Mihajlovic: un reparto difensivo formato da singoli non eccelsi, ma soprattutto una squadra che nel complesso è più propensa ad attaccare che a difendere. Nelle ultime sei giornate di campionato - sette se si conta anche il turno di Coppa Italia contro il Milan - il Toro ha sempre subito gol. Dal Milan al Bologna, dall'Empoli alla Roma passando per il Pescara sono tante e diverse per qualità di rosa ed obbiettivi le squadre che sono riuscite a superare uno spesso privo di colpe Joe Hart. Nelle ultime due occasioni poi - proprio contro Roma e Pescara - i granata hanno subito ben sette reti rendendo evidente a tutti come ci sia più di qualcosa che non va. Ora il reparto arretrato è sotto accusa.

 REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - JANUARY 08: Luca Rossettini of Torino during the Serie A match between US Sassuolo and FC Torino at Mapei Stadium - Citta' del Tricolore on January 8, 2017 in Reggio nell'Emilia, Italy. (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Disattenzioni, mancanza di coordinamento tra reparti e occasionali amnesie tecniche sono stati fin qui le principali pecche di una difesa che fa acqua da tutte le parti. Bovo, Moretti, Castan, Rossettini, Ajeti, De Silvestri, Molinaro, Zappacosta e Barreca: quasi tutti i giocatori di ruolo a disposizione di Mihajlovic - tranne Avelar e Carlao - sono stati utilizzati fin qui dal tecnico serbo il quale ha raccolto però soltanto successi alterni caratterizzati da forte discontinuità di rendimento. Se è corretto affermare che il reparto difensivo non è esente da colpe però è necessario oltremodo mettere in evidenza come, affinchè si possa considerare efficiente la fase difensiva di una squadra, tutti gli undici sul terreno di gioco devono fare la loro parte.

E' vero, durante lo scorso mercato estivo sono partiti alcuni "totem" come Glik e Maksimovic che avevano fatto le fortune della gestione-Ventura. Questo alibi però non può e non deve essere sufficiente. Analizzando la classifica di Serie A, infatti, si può notare come squadre come Chievo, Sampdoria, Udinese, Bologna ed Empoli abbiano subito fino ad oggi meno gol dei granata nonostante la qualità delle rose e la posizione in classifica sia inferiore a quella del Toro. I veneti, ad esempio, hanno fondato le "fortune" del recente passato su un reparto difensivo non eccelso dal punto di vista dei singoli ma una fase difensiva tra le migliori d'Italia. Ed è proprio qui che si sbroglia il bandolo della matassa: occorre infatti tenere fortemente in considerazione la sottile differenza tra reparto difensivo e fase difensiva. Se una buona fase difensiva può spesso sopperire ad un reparto composto da singoli non eccelsi ecco che non vale il contrario. Il Torino però sembra aver chiaro questo concetto solo quando è il momento di far gol. La fase offensiva granata è infatti spesso caratterizzata da una diffusa partecipazione dei giocatori che appaiono però poi pigri quando è il momento di ripiegare.

UDINE, ITALY - OCTOBER 31:  Molla Wague (L) of Udinese Calcio competes with Antonio Barreca of FC Torino during the Serie A match between Udinese Calcio and FC Torino at Stadio Friuli on October 31, 2016 in Udine, Italy.  (Photo by Dino Panato/Getty Images)

Il passaggio da una difesa a cinque effettivi a una di quattro - di cui i due terzini sono assimilabili a due ali piuttosto che a due difensori - è un ulteriore elemento da non sottovalutare con una squadra che ha dovuto completamente rivoluzionare i propri meccanismi. E' altrettanto vero però che, tra i titolari, solo Moretti e Zappacosta sono reduci dall'esperienza del "vecchio" corso e dunque avrebbero dovuto essere i soli ad affrontare queste difficoltà. Il problema c'è ed è non solo di tipo tecnico-tattico ma anche mentale e riguarda tutti gli effettivi del gruppo. Per risolverlo dunque non solo i difensori, ma anche centrocampisti e attaccanti dovranno capire che, per attuare un'efficace ed efficiente fase difensiva, è fondamentale l'apporto di tutto il gruppo e che nessun risultato si ottiene senza spirito di sacrificio. Va bene fare tanti gol, ma forse sarebbe meglio vincere - come le grandi squadre - più partite 1-0 piuttosto che qualcuna 5-3...