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Toro, non guardare la classifica: il Verona come test psicologico

Verso Torino-Verona / Tecnico e calciatori devono recuperare la serenità perduta contro gli scaligeri: in caso contrario, diventerebbe tutto molto complicato

Lorenzo Bonansea

"Se c'è una cosa, una soltanto, che serve davvero per giocare a calcio, quella è la serenità. Senza questa, non si può fare - e di conseguenza (non il contrario) - dire nulla, di calcio. O almeno, di quel calcio che vorremmo vedere quando assistiamo alle partite del Toro, nella fattispecie. La sfida contro il Verona dovrà essere una prova di "serenità" collettiva, conseguente ad una presa di coscienza di squadra che porti a concentrarsi esclusivamente - e questo è fondamentale - sulle cosiddette "cose di campo", sulla partita, sul gioco, e non su smanie di classifica e/o fantasmi di ritorno.

"Il Toro non ha espresso gioco a Firenze per evidenti limiti tattici, e questo è fuori da ogni dubbio. Tuttavia, una parte considerevole di quegli errori di posizione possono essere attribuiti ad una scarsa concentrazione collettiva, che sfocia poi nel "non gioco", poco ordinato e confuso. Ciro Immobile, a margine della vittoria contro il Frosinone, aveva dichiarato di aver incontrato al suo secondo arrivo in granata una squadra molto nervosa e preoccupata, con giocatori visibilmente tesi per la brutta situazione a livello di risultati. Giocatori, uomini determinati sì a fare bene, ma condizionati - e questo lo aggiungiamo noi - da uno stato psicologico avverso. Il Toro, dal Carpi in poi, con qualche sporadica e poco continua eccezione, ha accusato i postumi di un trauma abbastanza comune: quello della (mancata) presa di coscienza. I ragazzi di Ventura si sono resi conto di aver perso contro una squadra sulla carta largamente sfavorita, in un momento d'oro, di forma eccelsa. I singoli calciatori, l'allenatore e l'organismo-squadra hanno messo in evidenza dei limiti importanti, prima di tutto a loro stessi, e non li hanno pienamente metabolizzati. Il Toro non è più riuscito a trovare la serenità necessaria, non è stato in grado di giocare senza pensieri di sorta, senza pressioni di classifica, senza l'obbligo di "scrivere la storia" ancor prima di aver preso la penna in mano. Il Torino si è visto sbagliare, e ha avuto paura: i giocatori - alcuni dei quali molto giovani - hanno sentito il peso di un ambiente importante e di una situazione di classifica difficile, e si sono avviluppati - tecnico compreso, in una spirale molto pericolosa. Le sfide contro Frosinone e Sassuolo sembravano aver riconsegnato al campionato una squadra con la testa più libera, grazie anche ad un Immobile che forse aveva "calamitizzato" le attenzioni, facendo sicuramente bene alla squadra.

 Andrea Belotti, per lui tre gol nelle ultime tre partite

"Svanita la sbornia post-ritorno di Ciro, i granata hanno invece giocato la peggior partita del proprio campionato contro la Fiorentina, e ora si trovano ad affrontare un test importante anche e soprattutto sul piano psicologico contro il Verona, ultimo in classifica. Il Toro ha la grande occasione per mostrarsi maturo e capace di attraversare un burrone senza guardare in basso, con la serenità di chi sa che per non cadere bisogna continuare a guardare avanti con fiducia. Il Verona andrà dunque affrontato con rinnovato spirito, con la consapevolezza dei propri mezzi, ma con la precisa coscienza che davanti non si ha "il fanalino di coda della Serie A", ma un avversario che farà di tutto per fare gol, e vincere il match. E i match, appunto, non si vincono con i punti in classifica, ma prima di tutto con la testa.