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Toro: “Rispettare il passato, credere nel presente, lottare per il futuro”

Editoriale / Il Torino deve preservare il suo patrimonio storico per restare una società diversa da tutte le altre

Gianluca Sartori

Rispettare il passato, credere nel presente, lottare per il futuro. Prendiamo in prestito le parole dello striscione che campeggiava nei tifosi della curva dell’Atalanta il 22 aprile scorso durante la partita che per quest’anno ha spento i sogni di Europa del Torino. Ora, non per accodarsi continuamente a chi sostiene che il Torino oggi debba prendere l’Atalanta come fonte di ispirazione (si è scritto anche su queste colonne e un fondo di verità c’è sicuramente), ma quello striscione dei tifosi bergamaschi è emblema dell’attaccamento ad una entità calcistica e deve essere un mantra, un motto, un imperativo. Se vale per l’Atalanta, vale a maggior ragione per il Torino, un club con più storia, più blasone, più successi del club bergamasco.

Passano gli anni e dalla tragedia di Superga ormai sono 69. Quella del Grande Torino è una favola, una leggenda che non muore mai e che affascina grandi e piccini. Ma tenere la fiamma accesa e tramandarne il ricordo ai posteri potrebbe rivelarsi sempre più complicato. Si deve però partire da un presupposto: chi non conosce il proprio passato e non sa da dove viene, difficilmente sa trovare la giusta direzione per il futuro. E se un club come il Torino ha un patrimonio di storia e di valori come quello che si ritrova, ne deve far tesoro, o altrimenti perde tutto quello che lo contraddistingue dal resto del calcio italiano.

Ecco perché è giusto ricordare e onorare il Grande Torino anche a distanza di tutto questo tempo, anche se quei pochi legami che il mondo aveva con quella squadra, come Sauro Tomà o Carla Maroso, ci hanno fatalmente lasciato. Il Toro deve preservare la sua diversità e la sua storia, che non è solo il Grande Torino. Lo si fa passando da ogni singola partita della domenica ma lo si fa anche completando il Filadelfia, coinvolgendovi maggiormente i tifosi e rendendolo fulcro della vita del club e di chi lo ama. Lo si fa, con un club che sappia spiegare ai nuovi arrivati che cosa è il Torino e cosa significhi vestire una maglia che ha un peso diverso rispetto alle altre. Per rispettare il passato, credere nel presente e lottare per il futuro.