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Toro senza idee, è buio pesto al Bentegodi

VERONA, ITALY - SEPTEMBER 23:  Lucas Nahuel Castro #19 of Chievo Verona scores his team's opening goal during the Serie A match between AC Chievo Verona and Torino FC at Stadio Marc'Antonio Bentegodi on September 23, 2015 in Verona, Italy.  (Photo by Dino Panato/Getty Images)

Day After / Poca lucidità e riflessi lenti. Contro il Palermo l'occasione giusta per un pronto riscatto

Lorenzo Bonansea

"Il Torino di Giampiero Ventura esce sconfitto dal “Bentegodi”, e alla luce di quanto dimostrato sul campo, lo fa senza alibi o giustificazioni di sorta. Il Chievo, infatti, si è dimostrata squadra disciplinata, che ha saputo tenere a bada le frecce granata con lucida solidità, per poi, come da canovaccio clivense, colpire in contropiede al momento giusto. Il Toro, invece, ha affrontato il match con stanchezza e riflessi lenti, facendosi trovare poco concentrato in quelle due o tre occasioni creabili ma poi non concretizzate, e, soprattutto, mettendo in evidenza una carenza di energie che può dirsi, sotto un certo punto di vista, fisiologica.

 Fabio Quagliarella, 450' minuti in 5 partite di campionato.

"Già, perché è vero che Ventura non ha cambiato molto dalle ultime formazioni schierate, ma è altresì innegabile che molti dei giocatori in campo contro il Chievo lo erano perché pressoché imprescindibili. Parliamo di calciatori in forma, come Baselli e Peres, o di esperti ed affidabili, come Moretti e Glik, ritenuti a ragione fondamentali in questo momento. Anche tre dei più positivi al "Bentegodi", - Bovo, Vives e Molinaro - non sono teoricamente rimpiazzabili, viste le defezioni forzate di Avelar, Gazzi e Maksimovic. E’ opinabile, però che non si potesse cambiare qualcosa in attacco, visto l’evidente e più che giustificato “fiatone” accusato da Quagliarella, unico giocatore insieme a Glik e Padelli ad aver giocato tutti i 450’ di quest’inizio di campionato: nei fatti il numero 27 è sì il cardine della squadra, ma a mezzo servizio le sue potenzialità sono sicuramente ridotte, e un innesto più “fresco” si poteva tentare senza dubbio.

"Durante il match, comunque, oltre al calo fisico, il Toro si è mostrato anche e soprattutto sfilacciato e privo d’idee, mentre dall'altra parte c'è stato un Chievo trascinato nella ripresa dalla voglia di gol di Meggiorini e dal maggiore fosforo a disposizione, che ha reso gli uomini di Maran (E Maraner!) nettamente più propositivi, oltre che più attenti in copertura rispetto ai granata. Il tiro cross di Molinaro è stata l’unica occasione vera registratasi in 90’ per un Torino inefficace, che non ha trovato il ritmo gara praticamente mai, brancolando nel buio più totale per grandi tratti. Tuttavia, nel calcio, come nella vita, spesso occorre essere fatalisti, e prendere così come sono gli eventi accaduti, per concentrarsi con rinnovati stimoli sul futuro, che - per i granata - si chiama Palermo.

 Giampiero Ventura sa come tirare fuori il meglio dalla sua squadra, anche nei momenti difficili

"Il Torino è infatti la squadra da 10 punti in 5 partite - che non è poco, e oltre a ciò possiede il meraviglioso “seme venturiano” del voler migliorare sempre e costantemente, imparando dagli errori come nella più banale delle morali, e concretizzando sul campo già domenica contro i rosanero, quest’immediata e determinata (ri)inversione rispetto al Bentegodi, tornando sui passi di quest’ultimo mese.

"Chievo-Torino 1-0. Un risultato che fa male anche e soprattutto perché meritato, ma che il Toro può “vendicare” in una sola maniera: domenica alle 15, davanti ai propri tifosi, all’Olimpico. E l’intera truppa granata questo lo sa bene.